Elezioni sempre più vicine, la data del 4 marzo è quella più probabile. Siamo dunque a fine legislatura, è tempo di bilanci. Secondo l’On. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE, “questi cinque anni di governo a guida Pd sono stati disastrosi per noi italiani all’estero. Tra tasse e tagli, ci hanno massacrato”.
Per il presidente del MAIE si tratta dunque di un bilancio completamente negativo per quanto riguarda le politiche per gli italiani all’estero. “Chi è d’accordo con i tagli e la tassa di 300 euro continui a votare Pd o Usei, altrimenti voti il MAIE”, dichiara intervistato da Tribuna Italiana.
Merlo, che in ognuna delle tre elezioni alle quali ha partecipato, è sempre stato il candidato alla Camera che ha ottenuto il maggior numero di preferenze (43.000, 50.000, 73.000) tra gli eletti all’estero, questa volta si candiderà al Senato. E ripete la frase che ha pronunciato ogni volta che si andava verso una nuova campagna elettorale: “Queste sono elezioni nuove, partiamo tutti da zero”.
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Una intervista, quella con l’on Ricardo Merlo, che gira attorno al bilancio di questa Legislatura, iniziata nel mese di marzo di 2013, durante la quale si sono succeduti tre governi a guida Pd, presieduti da Enrico Letta, Matteo Renzi e infine, da un anno, da Paolo Gentiloni.
“Un bilancio – assicura l’on. Merlo – chiaramente negativo per la politica verso gli italiani all’estero, perché oltre ai tagli sui capitoli che ci riguardano, questo governo ha messo la iniqua tassa di trecento euro per il riconoscimento della cittadinanza italiana ai discendenti degli emigrati italiani. Più ingiusta di così non poteva essere. E’ una vergogna che si debba pagare una tassa per vedersi riconosciuto un diritto”.
“E poi – continua il leader del MAIE – avevano promesso che i fondi raccolti con quella tassa sarebbero stati utilizzati, almeno parzialmente, per migliorare i servizi consolari. Invece la tassa viene riscossa dal 2014 e ancora non hanno versato un euro ai consolati. E intanto i nostri connazionali devono sopportare una rete consolare inadeguata e insufficiente”.
“E non voglio dimenticare inoltre il fatto che questa maggioranza guidata dal Pd ha approvato una modifica che snatura la Legge Tremaglia, per consentire a qualche politico residente in Italia di candidarsi nella Circoscrizione Estero”.
Qualche passo indietro c’è stato, riguardo la rete consolare, ma “solo di facciata – commenta Merlo – e dopo che noi, che in questo Parlamento siamo soltanto due deputati e un senatore, abbiamo mantenuto una costante azione reclamando la riapertura di alcune sedi consolari. Alla fine hanno deciso di riaprire Santo Domingo, mentre noi insistiamo perché riaprano Montevideo. Ma la risposta del governo è stata completamente insufficiente. Per questo motivo quest’anno abbiamo continuato a protestare, organizzando manifestazioni davanti a tutte le sedi consolari italiane in America Latina, alle quali hanno partecipato migliaia di italiani. Perché i nostri connazionali sono stanchi delle attese di anni, dei disservizi, della lotteria dei turni, delle inadempienze di tanti consolati, nonostante l’impegno di consoli e personale”.
Eppure in questi giorni di fine legislatura i deputati Pd eletti all’estero vanno dicendo che sono state approvate alcune misure, alcuni aumenti di fondi ai capitoli del bilancio per gli italiani all’estero. Merlo taglia corto: “Si tratta solo di propaganda elettorale. E’ poco serio annunciare aumenti di fondi, proprio quando sta iniziando la campagna elettorale. Perché non l’hanno fatto prima? Perché hanno messo una tassa sulla cittadinanza? Perché hanno trattenuto i fondi riscossi con i 300 euro per ogni cittadinanza?
Qualche collega, che apprezzo personalmente, ha annunciato varie volte, dopo che si era rivolto al ministro delle Finanze, che il 30 per cento di quei fondi sarebbero stati sbloccati e spediti ai Consolati. Ancora non ne abbiamo notizie.
E poi ci domandiamo, a quanto ammontano tali fondi? E quelli riscossi con le altre tasse che pagano gli italiani residenti all’estero nei consolati o in Italia? Facciamo il conto e vedremo che quel che pagano i residenti all’estero supera ampliamente quanto viene destinato alle politiche per le nostre comunità”.
“Noi abbiamo presentato un emendamento alla Finanziaria perché siano destinati 97 milioni di euro in quattro anni, a risolvere il problema della rete consolare, assumendo personale di ruolo”.
Personale – secondo quanto hanno denunciato i sindacati – che negli ultimi anni è stato ridotto di quasi mille unità. “Noi vogliamo che quei mille addetti al lavoro, che conoscono il lavoro consolare, ritornino nei consolati. Quei 97 milioni, sono lo 0,019% del bilancio dello Stato. E’ possibile che ci dicano che non hanno soldi per risolvere un problema così grave, esteso e impellente come quello del servizio consolare? Gli annunci di aumenti dei fondi sono solo propaganda elettorale”.
A Roma è fallita l’approvazione della riforma della legge sulla cittadinanza, che introduce il principio dello ius soli, dando la cittadinanza italiana a chi nasce in Italia. La posizione del MAIE? “Siamo contrari. Anche in questo caso è una mossa elettoralistica della sinistra e in particolare del Pd. Vogliono rivendicare il presunto merito della riforma. Ma è una riforma da irresponsabili, perché vogliono dare la cittadinanza a gente che magari sta qualche anno in Italia e poi ritorna nei propri paesi, generalmente in Africa o in Medio Oriente, che non hanno legami culturali o di appartenenza con l’Italia prima di arrivare e che non li mantengono dopo che sono partiti. Ma intanto saranno italiani e lo Stato dovrà occuparsi di loro”.
Nulla a che vedere, secondo Merlo, con quanto accaduto in Argentina, che sin dall’inizio ha deciso di dare la cittadinanza a tutti quanti i nati nel Paese: “Si tratta di situazioni politiche, storiche e culturali completamente diverse. E poi non è vero che il figlio di stranieri che nasce in Italia non ha diritto alla cittadinanza italiana. Con l’attuale legge, i figli degli immigrati, quando compiono i diciotto anni, possono chiedere che venga loro concessa la cittadinanza italiana. Non c’è discriminazione. E’ una semplice pratica. Non vediamo ragioni per cambiare la legge”.
Guardando alle Politiche del 2018, il presidente del MAIE spiega: “Noi abbiamo lavorato seriamente e abbiamo una presenza capillare sul territorio, particolarmente nell’America meridionale. Ma siamo presenti anche in Nord e Centro America, in Australia e in vari paesi d’Europa. Gli italiani all’estero sanno che non rispondiamo agli ordini dei partiti italiani, che fanno gli interessi della politica romana. Noi siamo un movimento, non un partito, che esprime l’appartenenza all’italianità, e che difende gli interessi degli italiani all’estero, che sono una risorsa per l’Italia, per cui vanno curati e non ignorati come ha fatto il governo del Pd in questi anni”.
“Secondo tutti i sondaggi elettorali, ci sarà ancora una grande parità tra centrodestra, grillini e Pd. Noi siamo certi che otterremo ancora un grande risultato, perché esprimiamo i valori dell’associazionismo, che è il cuore delle comunità italiane. E siamo certi che la nostra presenza in Parlamento, sarà molto importante per qualsiasi maggioranza. Faremo valere quella forza nella formazione di una maggioranza, in cambio di un impegno concreto, firmato direi, in favore di una politica per gli italiani all’estero. Per questo motivo sarà importante che la gente continui a rinnovarci la fiducia. Ripeto, chi è soddisfatto con i tagli dei fondi e con la tassa sulla cittadinanza, può continuare a votare il Pd o l’USEI. Invece, chi vuole che le cose cambino sul serio, voti il MAIE”.
Il MAIE, rivendica Merlo, è l’unica forza politica che in Parlamento si è dimostrata coerente con il mandato ricevuto dagli elettori.
“I parlamentari del Pd e Renata Bueno, parlamentare dell’USEI, hanno appoggiato tutto l’agire dell’ultimo governo. Quindi ci spieghino le cose positive che hanno fatto in cinque anni. Noi abbiamo battagliato contro tutte queste politiche scellerate. E nella prossima legislatura con più parlamentari MAIE andremo al governo, aboliremo la tassa di cittadinanza, incostituzionale, e garantiremo i servizi consolari in forma degna e in tempi rapidi. Ciò che uno Stato deve fare. Rinnovare un passaporto o accedere a un turno di cittadinanza non può essere una missione impossibile. E sia chiaro, i responsabili non sono né i diplomatici né i lavoratori consolari, i quali sono vittime del sistema tanto quanto noi”. “I veri responsabili – conclude Ricardo Merlo – sono quelli che hanno sostenuto i vari governi negli ultimi cinque anni: Pd, Liberi e Uguali, Usei, Ap… La responsabilità è dunque di tutti coloro che con i propri voti in Parlamento hanno sostenuto le politiche degli ultimi cinque anni che come italiani all’estero ci hanno fortemente penalizzato”.
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