Il presidente della Repubblica Italiana, Sergio Mattarella, in visita di Stato in Argentina, durante un discorso alla comunità italiana ha detto: “L’Argentina è un Paese al quale l’Italia è legata in maniera indissolubile. E’ il Paese che ha sollecitato, accolto e favorito l’arrivo di milioni di connazionali che, con coraggio, affrontarono le incognite e le angosce di lunghi viaggi nella speranza di trovare una vita migliore lontani dalla Madrepatria. Loro, i ‘pionieri dell’emigrazione’, non sono piu’ con noi, ma questo Paese accoglie i loro figli, i loro nipoti e i loro pronipoti. Con impegno e saggezza hanno saputo contribuire al divenire di un Paese al quale hanno offerto la loro piena lealtà”.
L’incontro con la comunità italiana si è svolto al Teatro Coliseo di Buenos Aires. “E’ davvero difficile poter separare in questa terra le identità. Davvero, anche per coloro che non sono diretti discendenti di famiglie italiane è possibile parlare, qui, di ‘italici’”.
“Ecco perché non c’è una sola storia d’Italia ma, accanto a quella del territorio nazionale, si è sviluppata una storia degli italiani: tante storie degli italiani, quante erano le comunità italiane trapiantate all’estero. La storia dell’emigrazione italiana è, prima ancora dell’Unità d’Italia, la storia unitaria del nostro popolo”. E allora “non va smarrito il ricordo di storie di sofferenza e di privazioni cui tanti emigranti di allora vollero rispondere con coraggio, affrontando esperienze sconosciute e riuscendo a porre le basi di una nuova e solida condizione di vita”.
In cento anni (dal 1876 al 1975), emigrarono circa 26 milioni di italiani – ricorda il presidente – Una nazione fuori dalla nazione.
Il capo dello Stato ha ricordato che l’Argentina ha perfino istituito per legge un “dia del migrante italiano” stabilito nel 3 giugno, “il giorno seguente la Festa della Repubblica, come a simboleggiare una continuità ideale fra Argentina e Italia, nel giorno anniversario della nascita di Manuel Belgrano, padre della Patria argentina e figlio di un italiano di Liguria”.
Mattarella passa dalla storia all’attualità, per dire che “viviamo tempi nei quali le questioni migratorie assumono nuovamente enorme rilevanza. I mezzi di comunicazione portano alla nostra attenzione immani tragedie, in cui i temi della solidarietà e della dignità della persona, si scontrano – prima ancora che con preoccupazioni legate alla sicurezza – con intolleranza, discriminazioni e diffusa incapacità di riuscire a comprendere ciò che è in atto, ciò che sta accadendo nel mondo. In questa situazione, in questa occasione, non possiamo che volgere lo sguardo all’esperienza che la terra argentina ha vissuto e alle vicende che hanno attraversato il nostro Paese, fin da prima dello stesso raggiungimento dell’Unità d’Italia”.
Mattarella ha infine rivolto “un ringraziamento particolare ai rappresentanti delle Associazioni, molte delle quali presenti qui oggi: in esse si specchia la storia dell’emigrazione e dell’Italia. La loro attività ha dato continuità alla tradizioni e all’identità italiana, in Argentina come negli altri Paesi del Sud America”, si tratta certamente “di una ricchezza da preservare, non solo nel ricordo del fondamentale ruolo svolto in passato, ma anche, e soprattutto, in chiave di rinnovamento, per il futuro: si tratta di un ruolo prezioso per le nuove generazioni e per vincere le sfide che un mondo, sempre più contemporaneo a se stesso e interconnesso, pone di fronte a noi. Su questo piano, la comunità italiana d’Argentina sa dare l’esempio”.
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