La nomina di Anna Grassellino a responsabile Pd nel Mondo era nell’aria da tempo. Anzi, diciamola meglio: era chiaro ormai anche ai più sprovveduti che la testa di Eugenio Marino sarebbe caduta, prima o poi. Nelle stanze di certi Palazzi nel cuore di Roma non ci si chiedeva più se, ma quando: era solo questione di tempo.
Eugenio Marino, calabrese, intellettuale di sinistra sinistra, andava fatto fuori. In epoca renziana, uno come lui, da sempre vicino a D’Alema, veniva visto dai renziani duri e puri come uno che stava più di là che di qua, esponente della minoranza più che della maggioranza tutta schierata dalla parte del segretario del partito.
In qualche modo, tocca ammetterlo, Marino era diventato quasi un disturbo per gli eletti all’estero del Partito Democratico.
Secondo quanto risulta a ItaliaChiamaItalia, alcuni di loro hanno persino posto il problema di un coordinatore che decideva troppo in autonomia, non riusciva a coinvolgere fino in fondo e in estrema sintesi non era più in grado di garantire un buon gioco di squadra. Ma il vero motivo per cui andava fatto fuori rimane solo uno: Eugenio Marino non è mai stato un renziano.
Al di là delle sue dichiarazioni pubbliche – anche al nostro giornale spiegò il suo Sì al referendum: “Con il No vince il populismo. La riforma non è perfetta ma mi convince” -, non è mai stato troppo sicuro della bontà della riforma costituzionale proposta da Renzi e Boschi, altrimenti si sarebbe speso molto di più per promuoverla oltre confine, come hanno fatto tutti gli eletti all’estero dem, chi più chi meno, ciascuno nei propri territori di residenza.
E poi Marino alle primarie aveva sempre remato contro Matteo Renzi, prima dalla parte di Bersani, poi di Cuperlo. Chissà se continuerà a fare parte del Pd a questo punto. Forse potrebbe decidere di prendere altre strade e seguire gli altri compagni di sinistra sinistra, valga sempre la ridondanza, magari ritrovarsi al fianco di Speranza in una battaglia senza speranza per prendere qualche parlamentare all’estero. Fantascienza? Chissà.
La verità è che, se da una parte sono comprensibili le ragioni per le quali Eugenio Marino è stato rimosso dal suo incarico (come abbiamo detto, la sua distanza dal lider maximo del momento) -, dall’altra risulta difficile capire quali ragioni abbiano portato Matteo Renzi a scegliere Anna Grassellino come successore di Marino. Mi spiego meglio.
La nostra connazionale, ricercatrice, tra i tre scienziati premiati da Obama, ha senz’altro già raggiunto livelli di eccellenza, alla sua pur giovane età, e questo ci fa nutrire nei suoi confronti rispetto e ammirazione. Tuttavia, sia detto in maniera ovattata e delicata, la domanda nasce spontanea: ma che ne sa Anna Grassellino di politica e italiani all’estero? Avrebbero potuto mettere un Renato Brunetta qualsiasi e sarebbe stato lo stesso.
Grassellino, 35 anni, ha già avviata una splendida carriera nel suo campo, quello della ricerca, della scienza. Complimenti davvero, un grande esempio di italiana. Ma lo saprà cosa sono i Comites e il CGIE? Lo sa che gli italiani nel mondo votano? Conosce la legge sul voto estero? Cosa pensa del ruolo dei patronati italiani nel mondo? Lo sa che il governo Pd ha imposto una tassa di 300 euro sulla cittadinanza? E che ha chiuso ambasciate e consolati?
Ma andiamo oltre: al di là del simbolo che rappresenta, ovvero quello di una italiana che è riuscita all’estero a emergere grazie alle proprie capacità, sarà in grado Anna di gestire una campagna elettorale a livello globale, per giunta per un grande partito come il Pd? A quest’ultima domanda i più buoni rispondono che non lo sarà mai, i più scettici che rinuncerà all’incarico molto prima di Natale.
Noi vogliamo invece augurare buon lavoro, di cuore, ad Anna Grassellino. Avrà bisogno di tutto il sostegno degli eletti all’estero del Pd, che siamo certi non le faranno mancare il loro appoggio. Certo è che in qualche modo con lei il dipartimento Pd nel mondo ricomincia da zero. E comunque al momento la sua nomina viene vista come un gran regalo agli avversari del Partito Democratico, leggasi Forza Italia e MAIE prima di tutto, che hanno affilato i coltelli da tempo e alle prossime Politiche si preparano a fare una strage di poltrone dem. Almeno nelle intenzioni.
Discussione su questo articolo