“Sei peggio di un bambino capriccioso, la vuoi sempre vinta tu”. Luigi Di Maio mi riporta alla mente una meravigliosa e intramontabile canzone, “Grande grande grande”, cantata splendidamente da una fuoriclasse come Mina.
Gli hanno dato del “democristiano”, del “fascistello”, del “marchese del Grillo”, ma per me Gigi Di Maio quando dice “o me o il diluvio” è soltanto un bambino capriccioso che vuole giocare solo con i suoi amichetti e non dà alcun valore alla democrazia. Dire di no a Berlusconi o Renzi, infatti, vuol dire mancare di rispetto a quei milioni di cittadini che li hanno votati.
Matteo Salvini fin da subito ha dimostrato un atteggiamento diverso: “non è o Salvini o la morte”, “se per il bene del Paese devo farmi da parte sono pronto”. L’atteggiamento, quello del leader del Carroccio, di chi conosce l’arte della politica e del compromesso.
Di Maio invece no, lui tira dritto per la sua strada, incurante di ciò che ha intorno, ovvero il caos totale, di cui peraltro accusa gli altri. Arrogante e presuntuoso. Ma c’è chi è pronto a scommettere che il suo sia un gioco teso a stancare l’avversario e che alla fine il centrodestra, preso per sfinimento, possa cedere a un governo con Di Maio premier; o che il Carroccio decida una volta per tutte di rompere la coalizione e fare un esecutivo “alla tedesca” con il Movimento 5 Stelle. Rischioso ma possibile. Tuttavia, a leggere le dichiarazioni dei diversi protagonisti della politica in queste ore, sembra che nessuna soluzione sia a portata di mano. Il vertice di Forza Italia tenutosi a palazzo Grazioli è appena concluso e dall’incontro è uscito un messaggio molto chiaro: nessun dialogo e nessuna ipotesi di governo con chi pone veti. Si prevedono tempi lunghi.
Del resto, come può essere anche solo pensabile un governo guidato da Luigi Di Maio con Forza Italia al suo interno? Se i grillini disprezzano Berlusconi, il Cavaliere vede i pentastellati come il fumo negli occhi e nei confronti di Di Maio durante la campagna elettorale ne ha dette di tutti i colori, “uno che non ha mai lavorato davvero”, che “vendeva bibite allo stadio”. Come a dire, è un fantoccio nelle mani di chi muove i fili dall’alto, ovvero la ditta Grillo-Casaleggio.
Tutto questo, ora, dovrebbe essere dimenticato. La politica non smetterà mai di sorprendere e regalare scenari da film, ma tutti gli analisti sono convinti del fatto che la soluzione non verrà trovata in breve tempo. Certo è che se il capriccioso Di Maio, che invero è un ragazzo intelligente assai, si comportasse da adulto, capirebbe che l’interesse del Paese viene prima del suo e di quello dei suoi seguaci. Ma quando si è dato un grande potere a qualcuno venuto dal nulla, e gli elettori ne sono responsabili, la mente vacilla e perde consapevolezza dei propri limiti. Speriamo che il presidente Mattarella riesca a persuadere i due pretendenti ad accettare scelte di responsabilità.