Il risultato delle elezioni referendarie parla chiaro: gli italiani all’estero hanno risposto con un grande Sì al desiderio di cambiare l’Italia. Azzeccato il tweet dell’On. Laura Puppato: evidentemente gli italiani nel mondo hanno votato usando cuore e cervello e non la pancia, come avrebbe voluto qualcuno.
Ma l’analisi del voto estero ci fornisce anche un altro dato, politicamente assai rilevante: nel mondo esistono solo Partito Democratico e Movimento Associativo Italiani all’Estero.
Attenzione, però: quando dico che all’estero esistono solo MAIE e Pd non sto tifando per questa o quella squadra, non faccio altro che fotografare la realtà. Una realtà confermata dai dati del referendum che riguardano gli italiani nel mondo e ancor prima dalle elezioni dei Comites e guardando ancora più in là dalle Politiche del 2013, che hanno visto un solo deputato M5S eletto oltre confine e un solo deputato di centrodestra, contro tre parlamentari del Maie e un bel gruppo di eletti Pd.
In Sud America l’USEI di Eugenio Sangregorio si è dimostrato un partito più forte di tutto il centrodestra messo insieme, eleggendo l’On. Renata Bueno.
E’ evidente come il Movimento 5 Stelle sia poco organizzato sul territorio, forse perché troppo impegnato a smanettare e a vomitare rabbia e veleno su Facebook. Così come ci pare lampante l’assenza oltre confine di un centrodestra compatto, in grado davvero di conquistare spazi, nonostante l’impegno costante del coordinatore di Forza Italia all’estero, il Sen. Vittorio Pessina, che però di certo non può fare tutto da solo e ai nostri occhi appare un po’ trascurato dal partito nel sostegno alla sua missione. Se poi ci mettiamo che Lega e Fratelli d’Italia oltre confine di fatto valgono briciole (persino in Europa!), capiamo subito che il centrodestra, inesistente com’è oggi, farebbe molta fatica a rappresentare una seria alternativa alla sinistra, anche in chiave di elezioni politiche.
Scontata la forte presenza del Pd oltre confine, tradizionalmente radicato nel mondo dell’emigrazione, è stato certamente il MAIE a fare la differenza. Enorme l’impegno del presidente Ricardo Merlo e dell’On. Mario Borghese in Sud America. Altrettanto forte il contributo di quei coordinatori MAIE favorevoli alla riforma (non tutti lo sono stati, così come nemmeno nel Pd erano tutti per il Sì) che hanno lavorato senza fare troppo rumore, ma con assoluta determinazione.
Questo risultato referendario consegna al MAIE un enorme potere di negoziazione sui tavoli romani. Il MAIE, che resta un movimento autonomo e indipendente dalla partitocrazia romana, acquisisce ulteriore spessore. Siamo certi che il Movimento, libero com’è di fare le proprie scelte dentro e fuori il Parlamento, mosso solo dal desiderio di difendere gli interessi degli italiani oltre confine sempre e comunque, saprà giocarsi bene questo momento favorevole. Raccontano di un Merlo che non smette un minuto di parlare al telefono, nell’intervallo tra un incontro politico e l’altro, mentre fa avanti e indietro tra Camera e Senato.
Intanto cominciano oggi alle 18 le consultazioni del presidente Mattarella con i leader dei partiti e movimenti politici italiani alla ricerca di una via d’uscita alla crisi che si è aperta con le dimissioni di Renzi. Il presidente del MAIE salirà al Colle sabato alle ore 11.30 per comunicare la linea del Movimento: “L’Italia ha bisogno di un Governo per fare una nuova legge elettorale. E poi bisognerà tornare alle urne il più in fretta possibile. Parlerò al Presidente anche delle questioni degli italiani all’estero”.
Le elezioni, comunque vada, non sono più così lontane. A Roma si percepisce già l’aria da campagna elettorale. C’è chi sta già pensando alle liste di candidati da presentare agli italiani nel mondo. C’è fermento e in certe stanze del Palazzo l’adrenalina si taglia con il coltello. Che sia a febbraio, in primavera, poco prima dell’estate o nell’autunno del 2017, una cosa è chiara: anche nella politica che parla agli italiani nel mondo c’è chi è già in campagna elettorale e lavora per vincere.
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