Per riferirsi alla presente situazione italiana, il migliore esempio (che in questo caso vale come peggiore) è la debacle della Nazionale di calcio, che, in centottanta minuti di gioco, non ha potuto segnare neppure un gol a una squadra minore.
Noi non siamo dei grandi esperti, ma è evidente che il primo colpevole sia l’allenatore, rivelatosi un incapace, nella conduzione dei giocatori e nei ruoli assegnati ad ognuno di loro. Spiace dover essere severi, ma era difficile attendersi grandi imprese da chi nella sua carriera non ha mai guidato una squadra che sia riuscita a primeggiare nel campionato, e che non si è mai distinto per aver conseguito un risultato eclatante.
L’analogia ci serve per traslare il discorso alla classe politica. C’è da tremare, pensando che Di Maio e gli esponenti del M5S possano assumere la conduzione del futuro governo.
Domandiamoci inoltre quali dimostrazioni di capacità abbiano mai dato certi personaggi che da troppo tempo occupano le principali poltrone governative e parlamentari, se non quella di essere abili a ripartirsi gli incarichi, passando da un partito o un partitino all’altro e mantenendosi in sella solo perchè il loro voto è determinante per restare al potere. Di nomi se ne potrebbero indicare molti, nella maggioranza come nel centrodestra, che ora che sta crescendo nei sondaggi determina riposizionamenti e ripensamenti che solo i gonzi possono credere siano sinceri e disinteressati.
Lo sconforto che ci assale nel contemplare la situazione politica italiana non ci impedisce di continuare a indicare quali dovrebbero essere le cose da fare. Da fare in una legislatura, non in due o tre. E non tanto perchè chi scrive sia anziano e vorrebbe vederle realizzate, ma perchè, se non si inverte rapidamente la rotta, l’Italia, che alcuni decenni fa era la sesta potenza mondiale, in breve tempo non apparirà neppure nella lista delle prime venti.
E’ risaputo che, per la nostra economia, le principali palle al piede (in realtà enormi macigni) sono la miriade di leggi, di regolamenti, di disposizioni, di norme, di adempimenti, che, insieme all’asfissiante pressione fiscale, ostacolano e rallentano ogni attività e iniziativa imprenditoriale. E’ inoltre assodato che la mancanza di un efficiente sistema di giustizia impedisce di combattere efficacemente la criminalità e allontana gli investimenti nazionali ed esteri. E’ poi arcinoto che le insufficienti infrastrutture del Paese sono un ulteriore grave ostacolo allo sviluppo.
Ebbene, dobbiamo domandarci cosa abbiano realizzato i quattro ultimi governi, nell’ordine Monti, Letta, Renzi e Gentiloni, per ridurre queste carenze e per modernizzare l’Italia.
E’ incredibile, ma i governi di centrosinistra hanno impiegato le loro maggiori energie, oltre a quelle dedicate a se stessi, per realizzare una riforma delle pensioni che ha creato migliaia di bidonati esodati. Hanno impiegato il loro tempo a redigere una riforma costituzionale fallita miseramente, perchè non condivisa, come avrebbe dovuto essere, da un più ampio schieramento politico. Si sono occupati dei gay, come se fossero i più bisognosi di tutela, e hanno legiferato sui matrimoni omosessuali, come se fossero una delle principali necessità nazionali.
Infine, mentre migliaia di giovani italiani, volenterosi e di talento, devono lasciare l’Italia alla ricerca di un futuro migliore, i nostri attuali governanti hanno speso e continuano a spendere miliardi di euro per andare a prendere vicino alle coste dell’Africa, o comunque accogliere, centinaia di migliaia di immigranti, per i quali non abbiamo posti di lavoro, né alloggi da offrire, né un futuro migliore di quello che potrebbero costruirsi nei loro paesi, molto più grandi del nostro, meno popolati e più ricchi di risorse naturali.
Ci risiamo, il Pd insiste: cittadinanza italiana agli immigrati. E gli italiani all’estero?
Le prossime elezioni parlamentari saranno determinanti per il futuro dell’Italia. Coloro che verranno eletti potranno far poco per influenzare in senso positivo i cambiamenti in atto nel mondo, e forse qualcosa di più potranno fare rispetto all’Europa. Ma almeno che si metta mano in Italia alle riforme che sono realmente necessarie e molte delle quali sono a costo zero o addirittura positivo. Riforme che non sono quelle che patrocinano gli eterni autoproclamati “riformisti”, ma quelle che potranno essere realizzate solo da una nuova classe politica, che abbia il coraggio di andare contro il “politically correct” e le sciagurate azioni ed omissioni del centrosinistra.
Dovremo attendere il programma con il quale si presenterà alle elezioni il centrodestra, sempre che trovi un accordo tra i suoi esponenti e riesca a rinnovarsi con l’arrivo di persone capaci e preparate.
Se poi andranno al governo, uno dei compiti più difficili sarà quello di agire incuranti degli ostacoli che i principali media e una parte della magistratura metteranno sul loro cammino. Purtroppo le esperienze dei passati governi guidati da Berlusconi e il trattamento a lui riservato, da avversari dichiarati e da falsi alleati, non lasciano ben sperare. Ma, dato che non è mai tardi per imparare, dobbiamo augurarci che la storia abbia insegnato a tutti qualcosa.
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