Flavio Bellinato, coordinatore nazionale del MAIE nella Repubblica Dominicana (paese nel quale il Movimento Associativo Italiani all’estero è risultato di gran lunga il primo partito), passate le elezioni torna sul dibattito che ruota intorno al voto degli italiani nel mondo. Un sistema elettorale, quello con cui votano i nostri connazionali oltre confine, che – ormai è chiaro a tutti – fa acqua da tutte le parti.
Bellinato sottolinea la necessità di una vera riforma del voto estero. “Ci sarà modo di proporre una riforma della legge all’interno del movimento al quale appartengo e, guardando a tutta la politica, mi aspetto – scrive – proposte anche da altri partiti e dagli eletti all’estero”.
Poi, “a titolo personale”, presenta alcune proposte che si augura “vengano prese in considerazione”. Eccole.
1) IL VOTO PER CORRISPONDENZA NON FUNZIONA:
É indubbiamente l’anello più debole della catena. I motivi sono chiaramente esposti in questo articolo pubblicato dal Post. Il voto elettronico è considerato da molti poco sicuro e abbiamo evidentemente bisogno di dare credibilità all’intero sistema per lasciare alle spalle le continue voci di brogli.
Non vedo soluzioni alternative al voto cartaceo espresso presso Consolati generali ed onorari, sotto la supervisione costante dei nostri funzionari consolari e rappresentanti di lista scelti dai rispettivi partiti di appartenenza.
C’é chi afferma che le distanze tra cittadini e consolati sono spesso molto difficili da colmare e, quindi, bisogna verificare se è possibile creare seggi esterni alle sedi consolari che possano essere collocati in localitá strategicamente piú idonee.
Per agevolare il lavoro dei Consolati e la supervisione dei rappresentanti di lista, l’esercizio del voto dovrebbe avvenire in date e orari diversi tra un seggio ed un altro, mantenendo comunque lo scrutinio previsto per lo stesso giorno in cui avviene in Italia.
2) SCRUTINIO PRESSO I CONSOLATI
I seggi creati a Castelnuovo di Porto sono il simbolo della disorganizzazione. Lo scrutinio a mio avviso deve essere fatto direttamente presso i Consolati di riferimento, sempre in presenza di rappresentanti di lista.
Italiani nel mondo, ecco chi sono e cosa fanno nella vita i 18 eletti all’estero [FOTO]
I risultati finali, verbalizzati dai responsabili del Consolato ed i rappresentanti di lista, possono essere inviati via PEC a chi di dovere. Eventuali contestazioni possono essere comunque inoltrate con lo stesso metodo.
3) CONTROLLO PREVENTIVO ON LINE DELL’ISCRIZIONE ALLE LISTE ELETTORALI
Per evitare di ritrovarsi, il giorno del voto, con brutte soprese (esempio: cancellazione dalle liste elettorali, come purtroppo accade alcune volte), gli elettori dovrebbero poter avere la possibilitá di consultare on line il proprio status elettorale durante le settimane che precedono il voto.
4) MODIFICA DELLE RIPARTIZIONI ELETTORALI
Attualmente la ripartizione estero è divisa in quattro grandi territori. Sono convinto che sia necessario dividere e diminuire le estensioni territoriali delle ripartizioni, aumentandone di conseguenza la quantitá. É difficile poter rappresentare degnamente estensioni territoriali cosí grandi. Per esempio, il Nord e Centro America parte dal Canada, fino ad arrivare a Panama. Quanti e quali candidati ed eletti in Parlamento sono in grado veramente di presentarsi ad un elettorato di quasi 400.000 connazionali?
5) AUMENTARE IL NUMERO DI SEGGI
Il numero di seggi attuale (18) non può essere considerato veramente rappresentativo per un elettorato composto, all’estero, da circa 4.200.000 di elettori. In Italia viene eletto un deputato ogni 50.000 votanti circa. All’estero, stiamo parlando di un parlamentare ogni 235.000 elettori circa. In occasione delle politiche, in sostanza, il nostro voto ha un valore nettamente inferiore.
Sono proposte dalle quali si può partire. Possono esserci tecnicismi che non rendono funzionale una organizzazione di questo genere ma, senza alcun dubbio, non possiamo continuare a considerare l’attuale sistema di voto funzionale e pienamente credibile.