Non si ferma il dibattito che ruota intorno a Comites e CGIE, dopo le recenti dichiarazioni dell’On. Simone Billi, deputato della Lega eletto nella ripartizione estera Europa con la lista del centrodestra unito.
Billi, all’ultima riunione del Comites di Londra tenutasi qualche giorno fa, senza mezzi termini ha sentenziato: “Comites e CGIE vanno chiusi, rappresentano il passato, bisogna guardare avanti”.
Di fronte a tali affermazioni, sono intervenuti da ogni parte del mondo rappresentanti istituzionali dei due organismi di rappresentanza e tutti, finora, hanno mandato un solo messaggio al deputato leghista: caro Billi, è il loro ragionamento, se pensi a chiudere Comites e CGIE vuol dire che non sai nemmeno di cosa stai parlando.
Oggi si fa sentire Alessandro Zehentner, Presidente del Comites di Barcellona, che in una nota inviata a Italiachiamaitalia.it dichiara di essere “in totale disaccordo con la proposta dell’amico Billi della Lega”. E aggiunge: “Forza Italia in Spagna ha una posizione diametralmente opposta sui Comites nel mondo, anche perché sono molti i nostri rappresentanti che ovunque, negli stessi, operano con intensità, soddisfazione ed in forma assolutamente volontaristica”.
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“Ho l’onore di presiedere il Comites di Barcellona, rappresentiamo circa 70.000 italiani residenti nel nostro Distretto (elettori e non elettori) e sono circa 10 le persone che quotidianamente si mettono in contatto con la Presidenza e con altri Consiglieri per suggerimenti, supporti burocratici, problemi familiari, problemi con le autorità locali, richieste di aiuto economico ed altro ancora”.
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“Una media di 10 persone al giorno significa che oltre 3000 connazionali all’anno chiedono aiuto al Comites e tutti vengono supportati nelle varie forme possibili, sempre in forma di volontariato puro e con grande dedizione da parte di tutti i Consiglieri”.
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“Dopo averli visitati personalmente posso anche affermare che molti altri Comites lavorano altrettanto bene ed a tutti loro va il mio ringraziamento per la grande collaborazione che si è instaurata, tutti insieme lavoriamo oramai da tempo per migliorare i servizi a favore dei connazionali all’estero, servizi differenti e complementari da quelli offerti dai Consolati”.
“Tornando all’intervista dell’amico Billi, è vero che le Delegazioni Consolari all’estero lavorano sotto organico, ma i fondi per nuove assunzioni non vanno trovati sopprimendo i Comites bensì finanziando (e con molto più di 3 milioni di euro all’anno) la rete consolare, permettendo nuove assunzioni e flessibilizzando molte procedure oramai arcaiche”. Si tratta, conclude il presidente del Comites di Barcellona, “di decisioni tutte politiche, da prendere a livello Parlamentare e Ministeriale. La nostra pressione, come Comites, sarà sempre costante e decisa. Ma va garantito contestualmente agli Enti che lavorano sul territorio la certezza che la loro funzione rappresentativa viene e verrà sempre tutelata ed apprezzata e mai, ripeto mai, messa in discussione”.