Luigi Maria Vignali, direttore generale per gli Italiani all’estero e le politiche migratorie del ministero degli Affari esteri, in audizione in Commissione Esteri della Camera dei Deputati, ha voluto sottolineare l’importante delle collettività italiane oltre confine, “una risorsa importante a prescindere dalle risorse finanziarie, un soft power straordinario nel mondo che dobbiamo coinvolgere e impegnare in termini di Sistema Paese”.
Sulla decisione di alcune città degli Stati Uniti di cancellare il Columbus Day, Vignali ha fatto sapere che sarà a New York nel fine settimana e lì incontrerà la comunità italiana: “Ho chiesto, anche perché alcuni gesti e luoghi hanno un significato, di andare alla Columbus Foundation per sollevare il tema”. “Alcune notizie positive iniziano ad arrivare”, afferma Vignali, ricordando che un paio di giorni fa, come abbiamo raccontato su ItaliaChiamaItalia, il Consiglio Comunale di Akron (Ohio) ha respinto la richiesta di abolizione della festa simbolo dell’emigrazione italiana in Usa. “Notizie positive che cercherò di corroborare in questa visita”.
RETE CONSOLARE, RISORSE NON ADEGUATE
“Rinnovo l’impegno ad affrontare il tema della nuova mobilità come ministero degli Esteri e invito a mantenere alta l’attenzione sul fenomeno, perché ne sia diffusa consapevolezza nel paese e stanziate risorse adeguate”.
“Evidentemente il tema dei servizi è quello più importante e su questo lasciatemi dire che ho molto apprezzato un cambio di intonazione e registro da parte di esponenti politici nei confronti dei servizi consolari. Un apprezzamento per l’impegno del ministero, del suo personale, dei diplomatici, per fornire servizi ma la constatazione che le risorse non sono adeguate”.
Questo cambio di registro, secondo Vignali, è “un sostegno forte di cui voglio sottolineare l’apprezzamento verso la Farnesina e i consolati affinché vengano stanziate risorse finanziarie e umane adeguate. Abbiamo lo stesso obiettivo perché c’è una soglia minima di gestione dei servizi al di sotto della quale, senza risorse soprattutto umane adeguate, è difficile operare”.
PERCEZIONI CONSOLARI PER RAFFORZARE SERVIZI
“Per fornire risposte” alle risorse non adeguate per la rete consolare italiana all’estero “vorrei menzionare la prospettiva di poter disporre di parte delle percezioni consolari pagate dai connazionali, trattate dai nostri funzionari consolari. Si parla di 150 milioni di euro ogni anno di percezioni consolari, 60 milioni di percezioni classiche e 90 milioni sui visti. Almeno parte di questo ingente flusso di risorse dovrebbe poter tornare con un provvedimento ad hoc, per rafforzare le strutture consolari, rafforzare i servizi digitali, dotare alcune sedi di digitatori in grado di ‘sgrossare’ le pratiche”.
Secondo Vignali “si può fare molto con una piccola percentuale. Rinnovo l’invito a trovarci anche su questo tema, verso lo stesso obiettivo dal momento in cui si sta avvicinando la legge di bilancio. Le risorse dovranno essere reindirizzate verso la rete consolare, prioritariamente e categoricamente indirizzate ai consolati”. “La norma dei 300 euro in questa prospettiva è scritta bene e un eventuale provvedimento sulle percezioni consolari dovrà essere scritto in termini analoghi”.
NUOVA MOBILITA’ CHIEDE SERVIZI DIVERSI
“Dobbiamo renderci conto che anche se il fenomeno della nuova mobilità non è negativo di per sé, c’è comunque un impoverimento del paese. Sono risorse su cui abbiamo investito anni e risorse dello Stato che vengono reinvestite all’estero. C’è un problema di impoverimento e di impatto in termini di servizi da prestare a questa nuova mobilità, che si va ad aggiungere alla presenza tradizionale degli italiani all’estero (5 milioni di italiani iscritti all’Aire)”. I nuovi italiani all’estero “chiedono nuovi servizi, diversi da quelli che diamo all’emigrazione tradizionale. Chiedono in primo luogo integrazione, studiare la lingua del posto, servizi innovativi, digitali, un’attenzione rinnovata da parte delle strutture consolari a cui dobbiamo saper rispondere”.
NEGLI ULTIMI 5 ANNI UN MILIONE DI ISCRIZIONI AIRE
“La nuova mobilità verso l’estero è una priorità, una sfida con la quale dovremmo confrontarci. Il paese non è consapevole dell’importanza di questa mobilità italiana in ordine di grandezza. Abbiamo avuto negli ultimi cinque anni un milione di nuove iscrizione all’Aire. Nel 2016 sono andati all’estero da un minimo di 120mila italiani a, secondo alcune stime, 200-250mila italiani. Si tratta di un flusso importante di cui non si ha consapevolezza e questo è un problema”.
AL VIA CONFRONTO CON PATRONATI
“Il confronto con i patronati per il rafforzamento dell’offerta dei servizi consolari è una delle mie prossime scadenze operative. Lanceremo il confronto”.
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