“Caro ministro Alfano, ma che fa, ci prende in giro? Sia detto con rispetto, ma lei sta davvero esagerando. In occasione dell’anniversario della tragedia svizzera di Mattmark, che nel 1965 vide perire 56 lavoratori italiani sepolti da una valanga di ghiaccio e sassi, lei ha voluto inviare un messaggio di vicinanza agli italiani all’estero, dichiarando, tra le altre cose, che proprio agli italiani nel mondo voi, come ministero e come governo, intendete “dedicare risorse crescenti per garantire servizi sempre più rapidi e adeguati da parte della rete consolare”. Grazie, ministro, grazie. Solo una domanda, che nasce spontanea: perché non lo avete fatto finora? E perché, al contrario, avete continuato a smantellare quella rete consolare che ora, a distanza di sei mesi dal voto, dite di voler difendere?”. Così dichiara in una nota Ricky Filosa, coordinatore MAIE Nord e Centro America.
“Ambasciate chiuse, consolati chiusi, nuove tasse agli italiani nel mondo (Imu e cittadinanza, per esempio), meno fondi alla cultura, ai patronati, alle Camere di commercio, agli organismi di rappresentanza tutti. Come si fa, signor ministro, a non vedere ciò che è davanti agli occhi di tutti?”.
Italiani all’estero, Ricky Filosa: “Il MAIE siamo tutti noi” [VIDEO]
“L’Italia nel mondo – sottolinea l’esponente del MAIE – non può essere rappresentata da una rete consolare in decadenza e i nostri istituti di Cultura devono essere messi in condizione di operare al meglio, perché la nostra cultura è il nostro petrolio.
Ma tutte queste cose bisognava farle da subito, non promettere di farle ora, quando tra poco anche gli italiani nel mondo saranno chiamati al voto. Così la manovra è davvero strumentale e noi italiani all’estero non ci caschiamo più”.
“Il governo guidato da Matteo Renzi, di cui anche lei ministro Alfano ha fatto parte, è stato il peggior governo della Storia per quanto riguarda l’universo dell’emigrazione e il Sistema Italia nel mondo.
Abbiamo bisogno di leggi e di operazioni strutturali, non di promesse e palliativi. Non vogliamo l’elemosina – conclude Filosa -, ma solo ciò che ci spetta come cittadini italiani: servizi consolari degni di tale nome e una rete diplomatica di cui poter andar fieri nel mondo”.
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