Oltre cinquecento persone, convocate dal MAIE, si sono presentate lo scorso 12 ottobre davanti al Consolato Generale italiano di San Paolo per manifestare contro il governo PD, che con le sue politiche ha danneggiato gli italiani all’estero e ha ridotto la rete consolare in ginocchio.
Delegazioni del Movimento Associativo Italiani all’Estero sono giunte da tutto il Brasile, da Curitiba, Santa Catarina, Rio, Porto Alegre, Recife, Espiritu Santo. Presenti anche quelle della Bolivia, Cile, Uruguay Paraguay e Argentina. I parlamentari del MAIE, l’on. Merlo, il sen. Zin e l’on. Borghese hanno voluto essere presenti alla manifestazione pacifica di protesta.
Walter Petruzziello, coordinatore di Curitiba, durante il suo intervento: “Una così grande affluenza qui, oggi, in risposta alla convocazione del MAIE, conferma che noi italo brasiliani abbiamo un problema serio che non può essere liquidato con le solite promesse pre-elettorali”.
Daniel Taddone, coordinatore di Recife, ha sottolineato che alla manifestazione c’erano moltissime bandiere, ma erano soprattutto italiane, anche se la convocazione era del MAIE. “C’è stata una partecipazione ecumenica che ha unito persone provenienti da luoghi ed esperienze politiche diverse, ma tutte accomunate dalla necessità di esprimere un disagio reale alle nostre autorità ed istituzioni. Il MAIE è la loro voce in parlamento!”.
Aldo Lamorte, coordinatore del MAIE Uruguay, ha ricordato che una “mobilitazione civica è l’unico modo per mostrare la nostra forza e la nostra protesta. A Montevideo, dove risiede una collettività di oltre 110 mila persone, lottiamo dal 2015 – ha detto – da quando il Consolato è stato chiuso da un Governo insensibile nei confronti delle nostre comunità all’estero”.
Anche Angelo Viro, coordinatore MAIE per i rapporti con i governi del Centro America, che ha vissuto la situazione dell’incomprensibile chiusura dell’ambasciata in Repubblica Dominicana, ha voluto essere presente alla manifestazione: “Vi porto la solidarietà dei connazionali del Nord e Centro America che, alla fine, l’hanno spuntata. Se lottiamo uniti in tutto il mondo con il MAIE per salvaguardare i nostri – pochi ma irrinunciabili – diritti di italiani all’estero, ce la possiamo fare!”.
Il Presidente del MAIE, on. Ricardo Merlo, insieme ai colleghi Claudio Zin e Mario Borghese, si è unito alla folla di italo brasiliani: “La situazione Consolare è diventata insostenibile – ha dichiarato, ricordando che “il compito della rete consolare è quello di essere la rappresentanza dell’Italia nel mondo: il consolato è il nostro pezzetto d’Italia in terra straniera, è il posto dove i connazionali devono sentirsi a casa, protetti, assistiti, cosa che risulta impossibile oggi. Mentre il personale consolare vive un senso di frustrazione e di insoddisfazione per l’impossibilità di svolgere bene il proprio dovere. Questo è solo l’inizio della nostra lotta: il governo deve reagire!”.
Manifestazione MAIE a San Paolo, Ricky Filosa: #espalantequevamos
Oltre al Presidente del MAIE, On. Ricardo Merlo, il Sen. Claudio Zin e il deputato Mario Borghese, hanno partecipato dal Brasile: Luis Molossi (coord. naz.), Bruna Spinelli (vice coord. naz.), Antonio Laspro, Daniel Taddone (Recife e nordest), Salvatore Scalia (Recife), Liliana Frenda e il Comandante De Luca (Rio de Janeiro), Itamar Benedet (Criuciuma – Santa Catarina), Elio Zanette (Porto Alegre), Walter Petruzziello (Paranà), Thiago Vicente Roldi (Espiritu Santo), e Alessandro Veronese (Santa Catarina).
Erano anche presenti dall’Uruguay Aldo Lamorte, dall’Argentina Marcello Romanello, Mariano Gazzola e Franco Tirelli; dal Cile Claudio Curelli; Josè M. Zanotti e Fabio Massimo Cantarelli dal Paraguay, dalla Bolivia Wilma Quinteros, Martha Telleria, Rossy Colamarino ; dal Venezuela, Nello Collevecchio e infine, in rappresentanza la circoscrizione di Centro e Nord America Centro America Angelo Viro ed Ernesto Muzzi.
La manifestazione pacifica organizzata dal MAIE è culminata con l’atto di consegna di un documento ufficiale al Console Generale, Michele Pala.
ECCO IL DOCUMENTO
BASTA SMANTELLARE LA NOSTRA RETE CONSOLARE
RIDIAMO DIGNITÁ AGLI ITALIANI ALL’ESTERO, AI NOSTRI DIPLOMATICI E AI NOSTRI LAVORATORI NELLE AMBASCIATE E NEI CONSOLATI
Convocati dal Movimento Associativo degli italiani all’estero, i cittadini italiani e gli oriundi in attesa di essere riconosciuti, ci siamo riuniti in manifestazione davanti la Sede Consolare di San Paolo, per richiamare l’attenzione del Governo Italiano, sul disastroso stato in cui versa la rete Consolare Italiana in America Latina.
Manifestiamo perché vogliamo che le cose cambino e ci batteremo per questo.
Tra tanti altri problemi che riguardano la Rete Consolare verifichiamo:
– la mancanza di personale per garantire servizi adeguati ai nostri connazionali, problema che ha una ricaduta sui consoli e sui lavoratori consolari, che non riescono a soddisfare adeguatamente la domanda di servizi;
– il misero e precario trattamento economico del personale a contratto che in alcuni paesi riceve salari completamente svalutati;
– l’esiguo contributo economico ai Viceconsoli onorari, che pur svolgono una lodevole missione con risorse minime, spesso personali, totalmente insufficienti;
– la percezione di una ridicola tassa di euro 300 per il riconoscimento della cittadinanza italiana, servizio che non si presta nei tempi e nelle forme dovute.
– la mancanza in alcuni paesi di sedi adeguate.
– Chiediamo che sia riaperto con urgenza il Consolato di Montevideo- Uruguay
Abbiamo assoluto bisogno di servizi consolari efficienti e moderni.
Manifestiamo perché rifiutiamo interventi di tipo emergenziale o una tantum. Pretendiamo che i consolati siano messi nelle condizioni di fornire normalmente servizi adeguati all’immagine dell’Italia, quale nazione facente parte delle massime potenze mondiali.
Senza garanzia dei diritti non c’è giustizia né parità nei confronti degli italiani che vivono in Italia
Manifestiamo perché noi non siamo cittadini di serie B.
Pretendiamo che tutti abbiano accesso agli uffici consolari e alla prestazione dei servizi con trattamento consono alla dignità umana: ciò significa senza file umilianti fuori dalla porta dei Consolati e senza attese illusorie di aperture di turni on line o di risposte da segreterie telefoniche automatiche a pagamento.
Vogliamo dare dignità a chi lavora nei Consolati
Manifestiamo perché la nostra rete consolare è un elemento fondamentale della struttura dello Stato italiano. Il personale addetto ai consolati, di carriera o assunto in loco, svolge servizi essenziali al pubblico e rappresenta la carta d’identità dell’Italia nel mondo. Noi vogliamo che essi diventino la rappresentazione di un’Italia più veloce, moderna, efficiente e al passo con la sempre maggiore globalizzazione.
Manifestiamo perché vogliamo che le cose cambino e ci batteremo per questo.
Richiediamo al Governo Italiano di rispondere al grido di dolore di una comunità che si sente presa in giro.
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