Andiamo ormai verso la conclusione della legislatura e anche oltre confine la campagna elettorale è iniziata da un pezzo. Protagonisti della politica degli italiani nel mondo si cominciano a confrontare e a raccontare in articoli, comunicati stampa, interviste. Iniziano anche a girare i primi schiaffoni tra gli eletti all’estero, come abbiamo visto nei giorni scorsi su ItaliaChiamaItalia. E le botte continuano.
Francesca La Marca, deputata Pd eletta nel Nord e Centro America, in una recente intervista ha puntato il dito contro la collega Fucsia Nissoli, eletta nella stessa ripartizione estera. L’ha accusata di essere una copiona, di fatto, ovvero di scopiazzare iniziative parlamentari qua e là, di “fare la furba”, “di ingannare la gente”… Senza sconti, La Marca, nei confronti di Nissoli.
Come mai gli eletti all’estero in tanti anni non sono riusciti a ottenere risultati per gli italiani nel mondo? La Marca lo dice senza giri di parole: “Il nostro più grande difetto è quello di non fare squadra. Parlo dei 12 deputati alla Camera e dei 6 senatori. Se i diciotto dall’estero, pur appartenendo a forze politiche diverse, fossero come un gruppo unito…”.
Proprio quello di cui si lamentava Mirko Tremaglia…, fa notare Stefano Vaccara, che ha intervistato La Marca per La Voce di New York. “Esatto! – risponde l’onorevole – Purtroppo invece ognuno pensa al proprio orticello”.
Benvenuta Francesca La Marca nel mondo reale, lo diciamo con affetto. E nel mondo di chi non pensa solo “al proprio orticello”. Le parole della deputata dem sono sacrosante. “Un gruppo unito” è quello che ha proposto l’On. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del Movimento Associativo Italiani all’Estero, già anni fa. Ma nessuno, allora, neppure La Marca, volle prendere in considerazione l’ipotesi di un unico gruppo parlamentare che comprendesse tutti gli eletti oltre confine, a prescindere dalle casacche di partito. E’ la proposta della bicamerale di Tremaglia.
Proprio Tremaglia, il propulsore e il fondatore di quell’idea tricolore da sostenere per la tutela degli italiani nel mondo, immaginava coesione e impegno trasversale degli eletti all’estero. La stessa identica visione culturale del MAIE di Merlo. Una visione di cui, a parole, molti si riempiono la bocca, ma che solo il MAIE porta avanti nei fatti, ogni giorno, fuori e dentro il Parlamento.
Sarà sempre più divertente leggere le interviste dei parlamentari uscenti che hanno sostenuto per anni un governo che ha massacrato gli italiani nel mondo. Li vedremo arrampicarsi sugli specchi più volte, sentiremo le loro unghie graffiare i vetri, nel tentativo penoso di riprendersi la credibilità perduta. Ma gli elettori hanno memoria di quello che hanno perso e di quello che hanno chiesto inutilmente. La fiducia è una cosa seria, che si dà alle persone serie.
Discussione su questo articolo