Ricardo Merlo, deputato italoargentino, fondatore e presidente del MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, intervistato da Tullio Zembo per L’Italiano, spiega: “Il MAIE in realtà non è un partito, è un movimento, nato come movimento culturale nell’associazionismo di volontariato, nelle associazioni italiane soprattutto quelle cattoliche… Noi veniamo da quella storia. Poi, quando l’Italia ha approvato la possibilità di votare all’estero e di avere i propri canditati (con la legge Tremaglia), abbiamo visto che avevamo la possibilità di presentarci e di vincere perchè la gente già ci conosceva per il lavoro di volontariato”.
“Abbiamo fatto tre elezioni in Sud America e le abbiamo vinte tutte e tre. Veniamo da quella storia e vogliamo mantenere la nostra autonomia. Perciò noi ci teniamo a specificare che non siamo un partito, dentro del nostro movimento c`è chi la pensa più a destra e chi più a sinistra, però la cosa più importante è che tutti abbiamo come obiettivo la difesa degli interessi degli italiani all’estero. Questo è il nostro scopo principale, non l’unico, però quello principale. Per cui, quando siamo in Parlamento, per noi la priorità assoluta è difendere gli interessi degli Italiani nel mondo”.
Merlo ricorda che il MAIE è attivo non solo in Argentina e in Sud America, ma in tutto il mondo: “Ultimamente siamo stati anche in Repubblica Domenicana, dove siamo stati gli unici ad essere presenti per richiamare l’attenzione, insieme alla nostra comunità, sulla decisione pazza che ha preso questo Governo di chiudere la nostra Ambasciata. Non si capiscono i motivi, ma abbiamo detto già al Governo che la devono riaprire. E lo stesso vale per il Consolato di Montevideo”. E per quanto riguarda l’Europa: “Sabato scorso abbiamo tenuto il V Congresso europeo a Bucarest con oltre un centinaio di partecipanti arrivati da oltre 20 nazioni del Vecchio Continente. Un grande successo”.
“In Sud africa abbiamo il nostro coordinatore Riccardo Pinna che fa parte del CGIE. Abbiamo fatto una visita in quel Paese dove c’è una collettività italiana di grande qualità. D’altronde possiamo dire di essere stati dappertutto per impegnarci con le nostre comunità a non tradire mai e mai votare qualcosa che vada contro i loro interessi”.
Dunque “il MAIE sta crescendo e noi siamo convinti che alle prossime elezioni non solo confermeremo i nostri deputati in Sud America ma sono convinto che prenderemo la nostra quota di parlamentari anche in Centro e Nord America ed in Europa. Sono certo che, nella prossima legislatura, diventeremo un piccolo gruppo parlamentare che, con la nuova legge elettorale e con la riforma costituzionale, avrà un peso importante. Oltretutto noi abbiamo un progetto politico proprio, non un progetto politico romano, ma un progetto politico che nasce all’estero. Ecco perchè noi siamo il movimento che rappresenta autenticamente gli italiani nel mondo”.
Il Movimento Associativo Italiani all’Estero “è diventato un’avventura politica veramente appassionante ed io che ho passione per la politica, avendo studiato Scienze Politiche in Argentina ed in Italia, sono convinto che l’unico modo di cambiare le cose è attraverso la politica. Questa mia passione, questa mia voglia di fare mi costringe spesso a lasciare la famiglia, i figli. Ma corro verso l’obiettivo di fare vincere il Movimento, anche in Centro e Nord America ed in Europa oltre che in Sud America per essere una forza politica piccola, ma importante al momento di prendere decisioni. Se seguissimo un partito romano saremmo costretti a perdere la nostra autonomia e dovremmo votare in Parlamento come ci viene ordinato. Adesso in Parlamento siamo 18 eletti all’estero, ma gli altri eseguono gli ordini di scuderia e votano addirittura a favore quando il governo chiude Ambasciate e Consolati e taglia i fondi per gli italiani all’estero”.
Sul Venezuela: “Spero veramente che Maduro vada a casa perché sta facendo molto male al Venezuela. In Venezuela vivono 150 mila italiani e circa 500 mila discendenti di italiani. Io ci sono stato un mese fa. Stanno veramente male a causa di una politica economica e sociale che non ha senso. E sentire le cose che dice Maduro… mamma mia!”.
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