L’ex calciatore Eraldo Pecci, riguardo la mancata qualificazione dell’Italia ai Mondiali 2018, parlando a Radio Cusano Campus ha detto: “Se ne son dette anche troppe di cose, la realtà è molto semplice: non abbiamo buoni giocatori e abbiamo dirigenti inadatti. Oggi va un po’ così in tutto il Paese, con gente che si candida a fare il sindaco o il presidente senza avere le dovute qualità e conoscenze, anche nel calcio scontiamo una situazione di questo tipo. Una volta c’era la dignità di dire: questo non fa per me, non sono capace. Invece adesso si candidano tutti”.
“Ieri l’atteggiamento dei giocatori è stato giusto, non avevano le idee chiare ma l’atteggiamento c’era. Mancavano le qualità. E’ chiaro che il calcio è un comparto a sè: se tu avessi Messi, Ronaldo, Maradona e Pelè anche in questo momento vinceresti i mondiali. Ma il sistema calcio italiano in questo momento non li crea questi giocatori, siamo diventati un calcio di seconda scelta, i grandi giocatori non vengono più da noi. Si va un po’ a ondate, anche il Barcellona non ha più generazioni di Xavi e Piquè, le annate non possono essere tutte brillanti. Da noi può essere anche casuale, ma è chiaro che aiuterebbe fare un lavoro sui settori giovanili come in Germania. I talenti sarebbe meglio scoprirli in casa, ma ci sono in ballo le plusvalenze, i bilanci e anche la gente si innamora più dei nomi esotici”.
Da dove ripartire? “Partirei con la riforma dei campionati. Il campionato italiano ha troppe squadre, sono poche le partite che ti tengono col fiato sospeso fino all’ultimo. C’è troppa differenza tra le prime e le ultime e così quando vai a giocare partite decisive a livello internazionale non sei preparato”.
Discussione su questo articolo