Il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nel suo tradizionale messaggio di fine anno rivolto agli italiani, non poteva non parlare delle elezioni che sono state già fissate per il 4 marzo 2018: “Come sapete ho firmato il decreto che conclude questa legislatura del Parlamento e il 4 marzo prossimo voteremo per eleggere le nuove Camere”, ha detto il capo dello Stato, che poi ha aggiunto: “ E’ stato importante rispettare il ritmo, fisiologico, di cinque anni, previsto dalla Costituzione”.
“Le elezioni aprono, come sempre, una pagina bianca: a scriverla saranno gli elettori e, successivamente, i partiti e il Parlamento. A loro sono affidate le nostre speranze e le nostre attese”.
“Mi auguro un’ampia partecipazione al voto e che nessuno rinunzi al diritto di concorrere a decidere le sorti del nostro Paese. Ho fiducia nella partecipazione dei giovani nati nel 1999 che voteranno per la prima volta”.
Mattarella si sfila dal dibattito politico, sa che non tocca a lui entrare nel confronto sui programmi: “Non è mio compito formulare indicazioni”, tuttavia “mi limito a sottolineare, ancora una volta, che il lavoro resta la prima, e la più grave, questione sociale. Anzitutto per i giovani, ma non soltanto per loro”. Per l’inquilino del Quirinale la prima cosa è il lavoro: “E’ necessario che ve ne sia in ogni famiglia. Al tempo stesso va garantita la tutela dei diritti e la sicurezza, per tutti coloro che lavorano”.
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Mattarella nel corso del discorso di fine anno ha ricordato il 70esimo della Costituzione italiana, “con il suo patrimonio, di valori, di principi, di regole, che costituiscono la nostra casa comune, secondo la definizione di uno dei padri costituenti”, Aldo Moro.
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