La lettura della “Dagonota” pubblicata sul sito Dagospia si è rivelata molto interessante per noi che ci occupiamo ogni giorno di politica e italiani nel mondo.
Per questo la vogliamo riproporre ai nostri lettori qui di seguito, in maniera integrale. Buona lettura.
Anche le più fulgide carriere hanno battute d’arresto. Ed è quel che sta avvenendo in queste ore al ministero degli Esteri. Elisabetta Belloni, dopo una carriera che l’ha portata a diventare segretario generale della Farnesina, ieri ha subito uno smacco pesantissimo.
Come dagoanticipato, l’ultimo consiglio dei ministri (tra l’altro con Luca Lotti come segretario, chissà perché non dalla Boschi) ha approvato un bel movimento di diplomatici.
Pasquale Terracciano andrà a Mosca e lascerà il posto a Raffaele Trombetta, Teresa Castaldo mollerà Buenos Aires per dirigersi a Parigi, Pietro Sebastiani si fermerà alla Santa Sede.
E, udite! udite!, Lorenzo Fanara vice capo di gabinetto di Alfano approderà come “incaricato d’affari” a Tunisi. Il compagno di università di Angelino non può diventare ambasciatore in Tunisia per mancanza di titoli. Una scelta (anzi, una forzatura) che non depone a favore dei futuri favori che l’Italia dovrà chiedere al paese nord africano per la gestione dei migranti. Da un “senza quid” a uno “senza titoli”, il passo è breve.
La sede di Tunisi la Belloni l’aveva promessa a Fabio Cassese, ma ha dovuto abbassare la testa di fronte al nepotismo siculo di Angelino. Sempre in barba alla Belloni, Luca Giansanti a Parigi potrà andare solo in vacanza. Alla Santa Sede, sempre a dispetto della Belloni, approda Pietro Sebastiani, molto amico di Pierferdinando Casini, un altro alfanino…
Tra l’altro, sembra che dall’altra parte del Tevere la scelta non sia stata apprezzata. Mons. Becciu, vice segretario di Stato, avrebbe preferito in quel posto un ambasciatore ora in una zona calda del mondo… Eppoi, Pierfurby, come tutto il centrodestra, ha perso punti in Vaticano con l’arrivo del compagno Bergoglio.
I problemi per la disinvolta Elisabetta, però, non finiscono qui. Ora viene il brutto. Dopo aver piegato la testa di fronte ad Alfano, come farà a dire di “no” a Renzi che vuole piazzare Niccolò Fontana, suo compagno di scuola, a Santiago del Cile?
Ed ancora, come spiegherà a Vincenzo De Luca, direttore del Mae per affari economici, che non potrà andare a Buenos Aires al posto della Castaldi? Per quell’ambasciata Renzi vuole qualcuno che sappia tenere i rapporti con gli “italiani nel mondo”: le elezioni di avvicinano e la scelta potrebbe ricadere su un diplomatico cresciuto nella nidiata di Tremaglia…
Discussione su questo articolo