La decisione di Silvio Berlusconi di non dare l’appoggio a un governo Lega-Cinque Stelle non solo è quella giusta, ma, quando quel tentativo di connubio si rivelerà fallimentare (come è da prevedere), confermerà che nel centrodestra il cavallo di razza è ancora lui.
Oggi il movimento di Grillo e Casaleggio è il maggiore pericolo per l’Italia. Salvini, accettando di allearsi con loro per formare comunque sia un governo, sta commettendo un errore che gli farà perdere credibilità.
Stiamo appena uscendo da pluriennali governi del Pd, che hanno applicato le ricette della sinistra democratica. Che queste non siano le politiche di cui oggi l’Italia abbia bisogno, è dimostrato dall’insoddisfazione degli elettori e dal loro spostamento verso i lati estremi dello schieramento politico, Lega da una parte e M5S dall’altra.
Non dobbiamo credere a chi sostiene che destra e sinistra abbiano perso significato politico. Dategli il nome che volete, ma l’alternativa è ancora tra il collettivismo socialista, che propugna un maggiore intervento dello Stato nell’economia e nella vita pubblica, e il liberalismo che, privilegiando l’individuo e limitando l’ambito dello Stato alle sue fondamentali funzioni regolatrici, conduce a maggiore benessere l’intera società.
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Oggi l’Italia è oberata da una elefantiaca e inefficiente burocrazia, da un’elevatissima pressione fiscale, da uno stolto buonismo che facilita l’afflusso di immigrati i quali (lungi dall’essere risorse) incrementano le attività marginali e quelle illegali, e mettono a rischio la coesione sociale.
Il Pd non ha saputo far fronte a questi problemi, ma dobbiamo sempre tener presente che non esiste limite al peggio. Oggi, se il M5S andrà al governo, corriamo il rischio di dover rimpiangere Renzi e Gentiloni.
Il Movimento 5 Stelle ha intenzione di risolvere il problema del lavoro con il reddito di cittadinanza. Assegnare allo Stato l’enorme potere discrezionale di elargire redditi non prodotti, rappresenta il massimo di misura statalista-comunistoide, che andrebbe a creare una massa di dipendenti statali improduttivi, a carico dei lavoratori e delle imprese, che sono gli unici a produrre reddito.
E non si tratta solo di questo. Occorre considerare la faziosità e l’estremismo assolutista dimostrati dai vari Di Maio, Di Battista e da tutti gli altri grillini, nei loro interventi e dichiarazioni pubbliche.
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Altro che liberalismo, costoro vorrebbero intervenire e regolamentare ogni aspetto della nostra vita.
I grillini, per camuffare le loro pretese e sembrare democratici, usano i media sociali online e dicono di affidarsi alle decisioni dei loro adepti ma, nei fini e nei metodi del loro movimento, applicano un dirigismo settario ed escludente.
Considerano, i pentastellati, che la verità è solo dalla loro parte e che gli avversari politici sono nemici da abbattere. Con altro nome, sono la nuova sinistra estremista. Per prenderne le distanze, dovrebbe essere sufficiente ascoltare il loro sostenitore Travaglio, che in tv trasuda acrimonia e intolleranza da tutti i pori.
Il centrodestra, con il suo programma politico, alle recenti elezioni ha ottenuto la maggioranza (ancorchè relativa) e Salvini ne è stato un valido propugnatore. Sembrava finalmente la volta buona per un cambio di politica. Come adesso Salvini voglia e possa pensare di governare insieme ai personaggi del Movimento 5 Stelle, ci risulta incomprensibile e in ogni caso inaccettabile.
Valga un’ulteriore osservazione. I grillini hanno sempre sostenuto che in Liguria va assolutamente bloccata la costruzione del Terzo Valico ferroviario, opera fondamentale di infrastruttura, che nei decenni passati le amministrazioni di sinistra avevano osteggiato e che oggi finalmente è in costruzione. Come il governatore Toti possa vedere di buon occhio un governo con il M5S, ci risulta assurdo ed incoerente.
Se nascerà un esecutivo M5S-Lega, dovremo ammettere che, appoggiando Salvini, abbiamo commesso un errore di valutazione che, alla nostra età, è stato madornale. Ma non siamo noi che dovremo scusarci, perchè non abbiamo cambiato idee politiche.
Continuiamo a sostenere che in Italia siano necessarie nuove infrastrutture, TAV e Terzo Valico compresi. Che sia necessario ridurre la burocrazia, il che, a volerlo realmente fare, costerebbe poco o niente. Riteniamo che occorrerebbe applicare una flat tax, per recuperare l’evasione e dare un enorme stimolo alla ripresa economica. Che andrebbe drasticamente contenuto l’afflusso di immigrati irregolari, cosa certamente possibile, checchè ne dicano gli interessati favoreggiatori o i rassegnati fatalisti.
Ignoriamo quale politica e decisioni concrete potranno nascere da un governo M5S-Lega, e dovremo attenderne gli sviluppi. Ma bene ha fatto Berlusconi a prendere le distanze e, ancora una volta, dobbiamo rallegrarci per la sua presenza e il suo operato.
Riteniamo che un governo “del Presidente” sarebbe stato preferibile, per poi andare a nuove elezioni in autunno. Quanto alle ipotizzate votazioni a luglio, sono state un bluff a cui nessuno ha creduto, o che sono servite a spaventare i parlamentari neoeletti.
Possiamo almeno sperare che questo innaturale sposalizio Lega-M5S, con il suo prevedibile fallimento, possa provocare lo sgonfiamento del fenomeno Cinque Stelle, movimento costruito sul vuoto culturale e sull’insulto del “faffa”, per fare in modo che in Italia sia finalmente il turno per attuare le proposte del vero liberalismo, dimenticate ormai dal tempo dell’apertura a sinistra, vale a dire da una sessantina di anni a questa parte. Peccato se, nel frattempo, il Paese dovrà continuare a soffrire per politiche errate.