“Andiamo al voto prima possibile”. Luigi Di Maio ribadisce il suo “elezioni subito” in occasione del 1 maggio, festa del lavoro: “Va rivisto il Jobs act, vanno rifondati i centri per l’impiego e va assicurata una pensione dignitosa a chi ha lavorato una vita con la revisione della Fornero e la pensione di cittadinanza”, scrive su Facebook il leader del Movimento 5 Stelle, che poi spiega perché è necessario andare al voto presto: “Visto che i partiti hanno paura del cambiamento, allora facciamo scegliere ai cittadini tra rivoluzione e restaurazione!”.
Per Di Maio i “partiti si sono rifiutati” di fare un accordo per obiettivi “di buon senso” e l’hanno fatto “per tenersi Renzi e Berlusconi”. A questo punto, conclude il capo dei grillini, contrario a un eventuale governo del presidente, le elezioni sono l’unica strada possibile.
Giancarlo Giorgetti, uomo di punta della Lega, vicinissimo a Salvini, conferma che il Matteo padano “è disposto a guidare un Governo che abbia una solida maggioranza in Parlamento, secondo noi è fra il Centrodestra e il Movimento 5 Stelle. Altre soluzioni, incollate con lo scotch, trovare di volta in volta 40-50 parlamentari, per permettere di sopravvivere giorno per giorno, ecco questo non ha molto senso”. Insomma, “o il Centrodestra e il Movimento 5 Stelle si mettono d’accordo coinvolgendo tutti gli altri, ma garantendo che una volta approvata la legge elettorale in tempi rapidissimi si torna al voto, oppure non ha senso neppure mettere in piedi un governo di scopo, per la legge elettorale, che poi inevitabilmente dura in modo indefinito”.
Si fa sentire anche Forza Italia: a due mesi dal voto del 4 marzo, osserva Anna Maria Bernini, capogruppo di Forza Italia al Senato, non si è ancora formato un governo perché Luigi Di Maio, “con le sue dichiarazioni, i suoi veti e i suoi egoismi personali”, ha bloccato l’Italia. Adesso “bisogna ripartire dal centrodestra”, visto che la coalizione è arrivata prima alle Politiche 2018. “Confidiamo nell’esperienza e nel senso dello Stato del Presidente Mattarella che saprà trovare una strada rispettosa del volere popolare”, conclude Bernini.