Carlo De Benedetti, presidente del Gruppo editoriale L’Espresso, intervistato dal Corriere della Sera conferma che al referendum voterà no se Renzi non cambia la legge elettorale. E sottolinea: “Se ci fosse vera volontà politica, ci si potrebbe accordare per una nuova legge elettorale; ma al momento vedo solo tattica. I Cinque Stelle vogliono il proporzionale puro, e non mi stupisce: un movimento populista è sempre contro qualsiasi forma di maggioritario”.
De Benedetti sostiene che “se vincesse il No, Renzi dovrebbe dimettersi il giorno dopo. Anche se non credo che lascerà la politica. E per fortuna, perché ha dimostrato di avere energia e qualità”. E Berlusconi “aspetta col cappello in mano. Comunque finisca il referendum, ci guadagna: anche se vince il Sì, Renzi avrà bisogno di lui. La scelta di Parisi si spiega così. Insieme, Renzi e Parisi si accorderanno, ridimensionando la sinistra e restituendo Salvini alle valli che aveva disceso con orgogliosa sicurezza“, “di sicuro per combattere i populismi appare inevitabile che al partito di Renzi si sommino una parte dei voti e dell’apparato del centrodestra”.
Quindi dà un consiglio di politica economica al governo: “Un’operazione di grande coraggio. Abbattere le imposte sul lavoro. Il lavoro è la sola cosa che conta; il resto è sovrastruttura”. E per trovare i fondi occorre attingere alla “fiscalità generale, meglio se progressiva”. Una patrimoniale? “Non è il nome esatto, perché dovrebbe includere anche i redditi, tranne quelli da lavoro”.
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