Matteo Renzi torna sulla scena politica. Dopo la bastonata del referendum, l’ex premier, caduto come un pugile suonato, si è già rialzato. E guarda al futuro: “Abbiamo fatto molto nei nostri mille giorni di governo. Stiamo preparando i prossimi mille…”. Renzi non si arrende, non molla, come il miglior Silvio Berlusconi del tempo che fu. E alla fine delle ridicole scissioni vedrete che riuscirà a riprendersi la scena politica vuota di leader credibili.
Cari Cuperlo, Bersani, Speranza, D’Alema, Orlando e compagnia, sento di dover controbattere alle vostre continue stoccate velenose. Avevate un leader che aveva superato il 40 per cento, dopo avere vinto le primarie Pd. Ve lo siete mangiato perché il rancore vi divora. Non potevate ammettere che fosse stato capace dove voi vi siete dimostrati incapaci. Avreste potuto considerare che Renzi era il presidente del Consiglio italiano? Che stava ottenendo credito e fiducia in Europa e non solo? Macchè! Avete dato sfogo al vostro risentimento personale senza pensare ai danni per il Paese. Autolesionismo allo stato puro, classico a sinistra, area di intellettuali presuntuosi, buoni per le oziose conversazioni salottiere e indifferenti ai problemi reali delle persone. Salvo poi parlarne diffusamente quando sono a favore di telecamera. Ipocriti farisei venditori di fumo.
E mentre c’è chi ancora si colloca a destra e sinistra, schemi ormai superati dalla globalizzazione, Beppe Grillo avanza con la sua indiscutibile astuzia. Irridendo ai vecchi sistemi e ai vecchi tromboni. “Una risata vi seppellirà. I partiti sono tutti morti”. E la gente stanca di lotte interne e accoltellamenti tra capi e capetti alla fine segue la deriva populista.
Matteo Renzi non è mai stato di quella sinistra parruccona, ingessata, fondamentalista, rappresentata dagli ex comunisti. Ribadisco una opinione già espressa in passato, in altri miei editoriali: considero Renzi il figlio politico del miglior Berlusconi, quell’erede che il Cavaliere non ha ancora trovato. Perché ha determinazione e carisma, perché ha avuto il coraggio di andare contro lo status quo, contro i sindacati, contro gli zombie della Prima Repubblica. E rappresenta una sinistra che difende i nostri valori costituzionali ma vuole attuare riforme per superare gli errori della politica precedente.
Ha i piedi ben piantati nel presente, Renzi, ma sa guardare al futuro, al contrario di chi è ancora impantanato nel passato. Ha capito che nel terzo millennio il mondo corre più veloce e ha lavorato per rimettere in carreggiata l’Italia, che infatti è tornata ad avere un segno più. Matteo era l’ultima spiaggia del Pd, ma i dem non se ne sono resi conto.
Non mi dispiacerebbe se Renzi tornasse a vincere, a sedersi sulla poltrona di palazzo Chigi, dopo avere preparato le liste da segretario del Partito Democratico ed essersi sbarazzato di tutti i falsi democratici che non rispettano le maggioranze e si fanno abili imbonitori e propalatori di correnti. Cuperlo e D’Alema e Speranza hanno affossato un partito che avrebbe davvero potuto cambiare l’Italia e che avrebbe potuto governare almeno per i prossimi dieci anni. Contenti loro… io di certo non ho mai votato Pd.
PS Mentre scrivo mi arriva la notizia che Eugenio Marino, responsabile del Pd nel Mondo, sostiene Andrea Orlando alle primarie Pd. Così come fa Claudio Micheloni, senatore Pd eletto nella ripartizione estera Europa. Perderanno entrambi, naturalmente, o meglio tutti e tre. Ma ora capiamo meglio perché la gestione del Pd nel mondo è stata così fallimentare con Marino. Lui proprio non ce la faceva a sostenere il lavoro di Renzi. Lo stesso Marino ha lasciato soli gli eletti all’estero del Pd durante la campagna del referendum.
All’estero il Sì ha vinto per gli sforzi di Marco Fedi, Fabio Porta e qualche altro dem. Non certo per Marino. Fossi stato Matteo avrei cambiato il responsabile del Pd nel mondo. Probabilmente Renzi è stato troppo buono, difetto che fu anche di Berlusconi e che anche Silvio pagò molto caro. Mi auguro che quando l’ex premier tornerà a vincere le primarie del Pd si liberi di tutta la zavorra. Marino compreso.
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