“Che cosa vuol dire libertà, che cosa vuol dire democrazia? Vuol dire prima di tutto fiducia del popolo nelle sue leggi: che il popolo senta le leggi dello Stato come le sue leggi, come scaturite dalla sua coscienza, non come imposte dall’alto” (Piero Calamandrei)
“Soggettivo è quel che un solo soggetto percepisce, oggettivo quel che tutti i soggetti percepiscono: perciò sia l’oggettività che la soggettività possono essere tanto reali quanto fittizie” (Nicolas Gomez Davila)
“Vi dono un lavoro soggettivo, ma che nonostante tutto è un lavoro che tende con tutte le forze verso l’oggettivitá”. (Eugéne Minkowski, psichiatra)
“Oggettività: soggetti che van d’accordo”. (Italo Tavolato, scrittore)
SU SALVINI E DI MAIO
Sono convinto che, senza pregiudizi, sarebbe molto semplice capire, e apprezzare, la popolarità di Matteo Salvini e Luigi Di Maio. E per una volta – e mi scuso – mi propongo come (modesto) esempio e riferimento, a sostegno di una auspicabile oggettività.
L’OGGETTIVITÀ, SE ESISTE…
Non sono sicuro che l’oggettività esista, rimandiamo gli approfondimenti? Per quanto riguarda Salvini e Di Maio, ecco le mie credenziali per l’ambizioso desiderio di essere considerato oggettivo.
QUATTRO BUONE RAGIONI…
1. Non li ho mai incontrati di persona e dunque non sono influenzato da una conoscenza diretta o, addirittura, da amicizia. 2. Non inseguo favori dai due vice premier e/o dai loro partiti: sia per il mio carattere, sia per la mia senilità, e comunque perché, certamente, tutti e due hanno cose ben più importanti che occuparsi di me. 3. Penso inoltre che i critici più furiosi di Salvimaio siano personaggi che sguazzavano nel sistema di poteri precedenti, e di conseguenza siano atterriti dall’incubo di perdere privilegi e vantaggi. 4. La democrazia, parola abusata, è ancora valida o no? Io ci credo ancora. Luigi e Matteo hanno ottenuto la maggioranza dei voti: perciò hanno diritto di governare, senza essere assaliti, fin dal primo giorno, come mai è successo prima, con pretesti assurdamente pretestuosi.
CONCLUSIONE? MI SENTO TUTELATO
Ciò premesso, mi rivolgo in particolare a quei pochi (alcuni sono miei cari amici) che disapprovano il nuovo governo, ma lo fanno con serietà e pacatezza. Mi chiedono conto, con curiosità, della mia stima e simpatia. In sintesi? Alla radice ci sono due ragioni. La prima è che mi piace il loro linguaggio: chiaro, diretto, esplicito e qualche volta perfino brutale. Che mi frega se sbagliano qualche aggettivo o congiuntivo? La seconda: dopo tanti anni mi sento tutelato e sostenuto, come italiano. Mi piace come Di Maio abbia mandato a quel paese Autostrade e come Salvini abbia fatto lo stesso con quella tizia dell’Onu.