Il governo vuole introdurre norme più severe per la concessione della cittadinanza italiana, perché “la cittadinanza italiana non si regala”, come abbiamo sottolineato più volte anche su ItaliaChiamaItalia.
Norme che andranno a incidere anche sullo ius sanguinis, ovvero sul riconoscimento della cittadinanza per “diritto di sangue”. Attualmente “questo opera senza limiti di generazione” – si legge nella relazione di quello che è già stato battezzato come dl Salvini – e così “negli ultimi anni ha determinato un incremento esponenziale di domande”, mandando i consolati in tilt e producendo enormi file davanti alle nostre sedi diplomatiche.
Ecco che il dl Salvini sulla sicurezza limita “la trasmissione della cittadinanza ai discendenti in linea retta di secondo grado che possono documentare lo status civitatis italiano del loro ascendente”. Insomma, oltre i nonni non si può andare. Se hai genitori o nonni italiani hai diritto alla cittadinanza, altrimenti nisba.
Come la prenderanno i discendenti dei nostri connazionali residenti oltre confine? Sono moltissimi, soprattutto in America Latina.
Se da una parte è arrivato il momento di mettere un freno alle concessioni di cittadinanza – capita infatti sempre più spesso di vedere il passaporto italiano in tasca a persone che non parlano italiano, non hanno mai visitato lo Stivale, non conoscono nulla del nostro Paese, neppure dove sia collocato geograficamente – non possiamo neppure arrivare a negare un diritto da un giorno all’altro, visto che se hai del sangue italiano che ti scorre nelle vene sei italiano. Punto.
Se Matteo Salvini avrà il coraggio di andare avanti, è probabile che anche su questo in tanti saranno dalla sua parte. Un po’ meno chi oltre confine spera ancora di poter ottenere un passaporto potendo vantare magari un antenato italiano deceduto tre secoli fa…
E GLI ELETTI ALL’ESTERO CHE DICONO?
Ricardo Merlo, sottosegretario agli Esteri con delega agli italiani nel mondo, ha fatto sapere che il MAIE – Movimento Associativo Italiani all’Estero, di cui è presidente, è contrario a tale misura. Siamo certi che il senatore Merlo si darà da fare per scongiurare tale ipotesi o per arrivare comunque a una soluzione che non tagli fuori così tanti discendenti.
L’orientamento del MAIE, secondo quanto trapela, è quello di puntare su una sorta di “ius culturae”, dunque di legare la cittadinanza anche alla conoscenza di lingua e cultura italiana, delle nostre leggi, delle nostre istituzioni. Ma il sottosegretario, in questi giorni ancora in Sud America, nella sua Buenos Aires, su questo tema non si è ancora pronunciato ufficialmente. Al suo rientro a Roma, la prossima settimana, di certo ne sapremo di più.
“Mettere un limite alla trasmissione della cittadinanza italiana? Non ne so nulla”, dice l’On. Louis Lorenzato, leghista eletto in Sud America. “Come tutti sanno – sottolinea – sono contrario a mettere un limite alla cittadinanza italiana”. Eppure la proposta arriva proprio dal leader del partito a cui Lorenzato appartiene.
Duro attacco di Fabio Porta, già deputato Pd, su Facebook. Il dem punta il dito contro il governo gialloverde e in un video si dice “preoccupato” per la volontà dell’esecutivo di mettere limite alla trasmissione della cittadinanza italiana: “Restrizioni molto serie, vogliono limitare la cittadinanza alla seconda generazione, una misura molto drastica”. “Non voglio fare allarmismo, solo voglio evidenziare la realtà dei fatti”.
Oggi Porta chiede giustamente chiarezza, ma è doveroso ricordare che alla fine della scorsa legislatura il Pd era pronto ad aumentare la tassa di cittadinanza a 400 euro e a portare avanti la stessa misura che sta proponendo ora Salvini. Tutto fu bloccato, all’epoca, grazie all’intervento del senatore del MAIE, Claudio Zin.