Dopo averne fatto un cavallo di battaglia della sinistra italiana, ora Matteo Renzi sullo ius soli ha fatto dietro front: “Difficile che si possa fare in questa legislatura”, ha ammesso. Le condizioni politiche, infatti, non sono delle migliori e si rischia, con un voto di fiducia su un tema così delicato, di fare cadere Gentiloni con tutto l’esecutivo.
Nel frattempo il dibattito continua. Anche all’interno dello stesso Pd. Renzi ha ancora diversi avversi interni. Per il capogruppo Pd al Senato Luigi Zanda, intervistato da ‘Repubblica’, “ci sono tre o quattro mesi utili per approvare provvedimenti maturi da molto tempo”. Tra questi, anche lo ius soli. “Senza il 51% le leggi non si fanno”, ma “il mio parere è che questa legislatura finirà non prima di febbraio-marzo del 2018. Ius soli e fine vita per noi mantengono una priorità assoluta e prima o subito dopo la legge di bilancio ritengo ci sia il tempo per approvarli. E li approveremo”.
La capogruppo di Sinistra italiana al Senato Loredana De Petris, presidente del gruppo Misto, assicura: “Sinistra italiana è disposta a votare una ‘fiducia di scopo’ pur di vedere approvata una legge di pura civiltà”.
Da destra commenta Lega e Forza Italia. Per Alessandro Pagano, deputato del Carroccio, “il Pd e tutta la sinistra stanno letteralmente andando in cortocircuito sulla questione migranti. Volano gli stracci sullo ius soli, ormai è game over”. Renato Brunetta, capogruppo di Forza Italia alla Camera, su Twitter: “#IusSoli Adesso @matteorenzi vuole insabbiare legge. Ap esulta, Pisapia e Mdp chiedono ok entro fine legislatura. Maggioranza dilaniata”.
Discussione su questo articolo