Sergio Pirozzi, sindaco di Amatrice, è intervenuto su Radio Cusano Campus. Cinque indagati per il crollo delle case popolari di Amatrice. “All’epoca della costruzione delle case io portavo i pantaloncini corti e giocavo a pallone e a mosca cieca, quindi parliamo di una cosa di molto tempo fa. Quando ci sono dei morti è un atto dovuto fare delle indagini, che porteranno a un accertamento della verità per i nostri morti, persone che conoscevo da 50 anni. E’ quello che si deve fare. Certo, un avviso di garanzia non vuol dire condanna”.
L’annuncio. “Il 29 luglio riapriranno gli 8 ristoranti di Amatrice che erano andati giù lo scorso 24 agosto. Quella sarà una grande giornata. Queste attività ripartono grazie al contributo della Contea di Amatrice, perchè i fondi della Regione Lazio non coprivano il fabbisogno necessario per farle ripartire. Se non avessimo colmato noi questo gap, non sarebbe ripartita quasi nessuna attività. Questo lo abbiamo fatto grazie alla gente di Amatrice e alla solidarietà di tutti gli italiani e non solo, anche di altre persone nel mondo. Il 29 luglio a partire dalle ore 17 faremo una grande festa, Amatrice non si è arresa. Io penso che oggi i media si dovrebbero occupare di questo”.
“Noi andremo ad integrare quello che non è previsto dallo Stato per via di un’ordinanza che secondo me poteva essere fatta meglio nel merito – ha aggiunto Pirozzi -. Le proteste non servono, noi dobbiamo trovare la soluzione e l’abbiamo fatto, con il regolamento della contea, che non viene considerato aiuto di stato e dunque non è a rischio sanzioni dall’UE. La piccola amatrice ha trovato una soluzione a prova di Unione Europea. Senza la grande solidarietà degli italiani noi non avremmo potuto fare la contea. La solidarietà italiana e internazionale è stata fondamentale, le pacche sulle spalle e poi il modo in cui la gente di amatrice si è approcciata al dramma, questo ci ha permesso di creare la contea”.
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