Trovo scorrette le parole espresse dal vicepremier, ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico e leader politico del Movimento 5 Stelle Luigi Di Maio contro i giornalisti. I giornalisti fanno il loro lavoro e se nel fare ciò ledessero l’onorabilità di qualcuno ci sarebbe la legge a cui adire.
Negli USA, ci sono giornalisti che criticano aspramente il potere ed altri che invece sono più vicini a chi governa. Fa parte del gioco. Tra l’altro, negli USA c’è una legge sul reato di diffamazione che è più permissiva della nostra. Infatti, secondo la legge americana, una persona che denuncia un giornalista per diffamazione deve provare che questi abbia veramente riportato una notizia falsa sul suo conto e che abbia fatto ciò in modo conscio e in malafede.
Personalmente, sarei favorevole ad una legge di questo tipo. La stampa è il “cane da guardia” della democrazia. La democrazia muore senza una stampa libera.
Tuttavia, trovo che una corporazione come l’Ordine dei Giornalisti sia obsoleta nei giorni nostri. Ora, una persona comune (come il sottoscritto) può aprire un blog e fare informazione e creare opinione. Qualcuno potrebbe obiettare, dicendo che attraverso i blog girerebbero le fake news. Io mi sentirei di rispondere dicendo che le fake news giravano anche prima ed anche attraverso giornali importanti. Le fake news ci sono sempre state.
In un Paese che si dice realmente liberale, certe corporazioni sono un vulnus. Questo è un dato di fatto. L’Italia è un Paese liberale? Questa domanda deve essere posta, per capire quale sia la reale condizione del nostro Paese.
Costituzione italiana (1947)
Art. 21. – Tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione. La stampa non può essere soggetta ad autorizzazioni o censure.
(1) La libertà di pensiero implica non solo il diritto di manifestare le proprie idee ma anche quello, opposto, di non essere costretti a farlo, nonchè quello di informarsi ed informare. A livello comunitario sono gli articoli 10 e 11 della Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea a garantire la libertà in esame.
(2) Nello specifico, i mezzi di diffusione sono molteplici: da quelli tradizionali, televisione, radio, stampa, spettacoli a quelli più moderni, come internet. L’articolo in esame costituisce il riferimento costituzionale per una serie di problematiche quali quella del pluralismo informativo e dei diritti di cronaca e satira.