“Questo Palazzo mi mancherà. E’ difficile andarmene da qui”. Ricardo Merlo, fondatore e presidente del MAIE, è visibilmente emozionato. Dal 2006 è deputato della Repubblica Italiana, la legislatura che sta per cominciare la trascorrerà invece al Senato.
“Ho partecipato a tutte le elezioni da quando c’è la Circoscrizione Estero e ogni volta sono stato il candidato con il maggior numero di preferenze“, ci tiene a sottolineare Merlo, che a palazzo Madama si iscriverà al gruppo Misto.
Vincitore nelle elezioni per la Camera nel 2006, 2008, 2013, Merlo ha raccolto nelle Politiche 2018 53mila preferenze: “Per me è motivo di grande orgoglio”.
Nei giorni scorsi il presidente del MAIE ha annunciato che a inizio legislatura presenterà una proposta di riforma del voto estero: “Questo sistema non regge più. E’ necessario riformare il voto degli italiani nel mondo. Il meccanismo con cui votano i nostri connazionali residenti oltre confine va assolutamente rivisto”.
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“La prima cosa che farò – assicura il senatore – sarà confrontarmi con gli altri eletti all’estero e incontrare rappresentanti di ogni schieramento politico per iniziare a lavorare su un progetto di riforma della legge sul voto estero. Una cosa è certa: non possiamo andare di nuovo alle elezioni così, con queste modalità. A volte però – ammette Merlo – il problema non è nel sistema, ma nelle persone. Ci sono Paesi in cui il voto per corrispondenza funziona”.
“Bisogna parlare con tutti, trovare i consensi e mettersi al lavoro – continua Merlo – io ascolterò tutti ma la nostra proposta è il voto nei consolati. Poi bisogna studiare bene il tema, noi siamo aperti al confronto”.
E a proposito delle polemiche e dei presunti brogli elettorali nel voto degli italiani nel mondo, all’agenzia 9 Colonne spiega: “Non abbiamo le prove: se avessi le prove andrei subito da un giudice. Sono convinto però che ci sono state delle irregolarità che addirittura forse hanno cambiato un risultato”.
Tra le priorità del MAIE anche la “riforma della rete consolare all’estero, che si trova in uno stato calamitoso, che non aiuta gli italiani all’estero e danneggia l’immagine dell’Italia nel mondo”.