Il risultato del voto è rilevante: nonostante il maggiore radicamento storico del PD alle elezioni amministrative, dimostrato dal grande numero di sindaci uscenti, il centro-destra si dimostra fortemente competitivo ovunque, e – oltre alla vittoria al primo turno a Frosinone – partecipa ai ballottaggi praticamente in tutti i comuni capoluogo, nella maggior parte dei casi con buone possibilità di vittoria. Questo avviene anche nelle regioni storicamente più legate alla sinistra, come la Liguria, l’Emilia-Romagna e la Toscana, dove siamo al ballottaggio in tutti i capoluoghi chiamati al voto.
Si tratta di elezioni amministrative, molto condizionate da fattori locali, quindi è saggio non trarne indicazioni affrettate a livello politico generale.
Tuttavia alcuni dati emergono con chiarezza:
1) Come abbiamo detto ogni giorno in campagna elettorale, il centro-destra può vincere quando è unito, quando sa far prevalere le ragioni dell’alleanza fondata su programmi concreti, quando sceglie candidati credibili, espressione – nella gran parte dei casi – non del professionismo politico ma della società civile. Il nostro modello di centrodestra, fondato sui valori cristiani e sui programmi liberali, ha ottenuto la fiducia di molti italiani e ne potrà attrarre molti altri in vista dei ballottaggi. Un centrodestra plurale, quello voluto da Forza Italia, nel quale alla protesta e alle paure si offrono risposte costruttive, concrete, credibili, nel segno della moderazione e della responsabilità. Il centrodestra del fare contro la politica degli slogan.
2) Forza Italia si conferma nettamente come il primo partito del centrodestra, sia per numero totale di voti, sia come radicamento territoriale diffuso in modo omogeneo su tutto il territorio nazionale, come dimostrano in particolare i buoni risultati ottenuti in diverse città capoluogo del centro sud, e questo nonostante la penalizzazione legata alla presenza di un grande numero di liste civiche che assorbono l’elettorato di opinione, tipico del nostro Movimento politico.
3) Nella gran parte delle città i candidati sindaco che approdano al ballottaggio ottengono risultati inferiori al 40%. Questo significa che l’elettorato continua ad essere frammentato e che questi dati riprodotti su scala nazionale non autorizzano affatto, come alcuni commentatori fanno troppo frettolosamente, a parlare di avvenuto ritorno al bipolarismo.
4) Rimane alta e preoccupante la percentuale degli astensionisti. Quasi un italiano su due non è andato a votare. Questo conferma che la rappresentanza politica non è in sintonia con gli elettori, qualunque sia il sistema elettorale.
5) Il calo del M5S dimostra che non sono considerati una forza di governo credibile. Tuttavia è un risultato dal quale sarebbe sbagliato trarre conclusioni affrettate per quanto riguarda le prossime elezioni politiche. Il M5S rimane una forza temibile, che sarebbe miope sottovalutare.
Oggi il centrodestra ha davanti a sé una sfida importantissima. Quella di portare il nostro modello di buongoverno liberale in molte città italiane.
Per questo dobbiamo impegnarci a fondo: la sfida è quella di battere la sinistra, continuando a privilegiare le ragioni dell’unità, ma soprattutto a parlare di temi concreti, di programmi e di progetti realizzabili, meno tasse comunali, più sicurezza, meno burocrazia, più trasparenza, più ordine e pulizia, più controlli degli immigrati, attrazione per gli investimenti, attenzione a chi è rimasto indietro. E’ quello di cui le città italiane da sud a nord hanno bisogno. I candidati sindaci sostenuti da Forza Italia sapranno realizzarlo.
Silvio Berlusconi
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