Carlo Bonini, editoralista di Repubblica, parlando a Radio Cusano Campus, riguardo l’attacco di Di Maio e Di Battista ai giornalisti ha detto: “I toni e gli argomenti, si fa per dire, delle uscite di Di Maio e Di Battista si qualificano da soli, qualificano chi li fa. Ricordo a Di Maio e Di Battista che l’ultimo governo in Europa che ha dato della puttana a un giornalista è stato il governo maltese e la ‘puttana’ in questione si chiamava Daphne Caruana Galizia che è stata assassinata con un’autobomba”.
“Ricordo a Di Maio che è iscritto all’ordine dei giornalisti della Campania e sarebbe interessante ci raccontasse come mai volesse far parte di questa congregazione di puttane e che cosa ricorda della sua esperienza nel giornale per cui lavorava. Ricordo che Di Battista negli ultimi 4-5 mesi in Sud America è andato anche lui a fare la puttana e il pennivendolo, magari ci spiegherà le ragioni di questo suo reportage. Vorrei ricordare a entrambi che il giornalismo è una cosa seria, così come è una cosa molto seria governare un Paese, vorrei ricordargli che le parole hanno un peso, che si può essere in disaccordo o criticare anche aspramente quello che i giornali raccontano, ma esistono strumenti civili e democratici per chiedere conto qualora si ritenga di essere stati offesi nella propria dignità. Esistono strumenti che ogni democrazia che possono attivati da chiunque. Ricordo soprattutto a entrambi che la qualità di una democrazia si misura dal rispetto della separazione dei poteri e che quando in una democrazia il controllato, non solo ritiene di dover scegliersi i controllori ma anche dargli la patente di credibilità, di civiltà, addirittura di esistenza, quella roba lì non si chiama più democrazia ma democratura. L’Italia è ancora una democrazia occidentale, non è ancora la federazione russa, non è ancora Singapore. Io credo che Di Battista e Di Maio dovrebbero chiedere scusa per le parole miserabili che hanno pronunciato e lo dovrebbero fare perché se oggi sono dove sono è perché le vituperate puttane in questi anni hanno raccontato ai cittadini cosa accadeva in questo Paese. Il loro consenso è figlio del racconto della realtà che le vituperate puttane hanno fatto in questi anni”.
Anche Salvini ha criticato una parte della stampa. “Credo che sia opportuno entrare nel merito di una discussione quando l’interlocutore ha interesse, intelligenza e capacità di sostenere una discussione nel merito –ha dichiarato Bonini-. Né Di Battista, né Di Maio, né Salvini hanno interesse ad aprire una discussione sulla qualità del giornalismo nel nostro Paese. Quindi credo sia tempo perso entrare nel merito. Io sono abituato a interloquire con chi dimostra interesse all’oggetto della discussione. Non mi interessa interloquire con uno squadrista o con, nel caso di Di Maio, con un parlamentare della Repubblica che, facendosi forte della sua immunità parlamentare, utilizza un linguaggio da trivio che se fosse un cittadino comune lo esporrebbe a dover poi argomentare il suo epiteto in un tribunale civile o penale”.
Di Maio ha annunciato che il governo varerà una legge sugli editori puri. “Non mi stupirei se iniziassero a fare leggi nel settore dell’informazione –ha affermato Bonini -. Se lo faranno, quando lo faranno credo che ci sarà una risposta del Paese che sottovalutano. Accecati da se stessi, Di Maio, Di Battista e Salvini hanno dimenticato che questo Paese resta un Paese democratico e che il tempo delle buffonate è finito da un pezzo. Possono continuare a fare rumore strillando contro la stampa italiana, farebbero meglio a raccontare al Paese perché non sono in grado di mantenere quello che hanno promesso”.