Farnesina, il piatto piange. Ho appena letto l’estratto testuale dell’Annuario Statistico 2017 del ministero degli Esteri – che ItaliaChiamaItalia ha potuto visionare integralmente – e sono veramente disgustato. Seguitemi e capirete il perché.
Durante la lettura del documento saltano agli occhi certi dati che non fanno altro che confermare quanto noi sappiamo già, visto che ci occupiamo di italiani all’estero e Italia nel mondo tutti i santi giorni. Negli ultimi anni le risorse a disposizione della Farnesina sono andate via via diminuendo. Ecco perché la rete consolare è al collasso. Ecco perché negli ultimi anni sono state chiuse sedi di Ambasciate, Consolati, Istituti di cultura. Ecco perché i servizi consolari che ricevono i connazionali oltre confine non sono degni di un Paese civile come l’Italia.
Nella prefazione al volume, il Segretario Generale della Farnesina, Elisabetta Belloni, dimostra di essere ben consapevole del fatto che il periodo non è dei migliori. Viviamo “in un momento storico”, scrive Belloni, “in cui le Pubbliche Amministrazioni sono chiamate a operare con risorse decrescenti”, a causa dei continui tagli, “a fronte di aspettative sempre più elevate da parte dell’utenza”, che esige sempre il massimo, “con la consapevolezza che l’efficienza dello Stato rappresenta un momento centrale della competitività del Sistema Paese nel suo complesso”. Proprio così.
Uno Stato efficiente risponde alle richieste dei propri figli, dei propri cittadini, con efficienza. L’Italia è uno Stato efficiente?
Per il 2017 il bilancio effettivo del MAECI è di 902 milioni di euro. Briciole. In percentuale quei soldi rappresentano lo 0,10% del Bilancio dello Stato. Noccioline. Una percentuale irrisoria rispetto al bilancio statale che provoca in chiunque abbia a cuore l’immagine dell’Italia nel mondo sconcerto e amarezza. Eppure, sempre secondo quanto riporta l’Annuario Statistico della Farnesina, sono soltanto queste le risorse effettive destinate al funzionamento dell’Amministrazione per il 2017. E poi ci sorprendiamo se il Sistema Italia nel mondo cade a pezzi?
Non finisce mica qui. La carenza di personale ormai è perenne. La rete consolare italiana nel mondo vive uno stato di costante emergenza, meglio, di continua agonia. I nostri diplomatici nei cinque continenti fanno i salti mortali per riuscire a fare molto con poco denaro a disposizione, ma di certo non hanno la bacchetta magica. Intanto anche nel 2016 si registrano valori inferiori alle 4.000 unità di personale di ruolo del MAECI (- 21% rispetto al 2008).
Naturalmente, al di là del bilancio effettivo, quello complessivo di previsione per l’anno 2017 è molto più alto, si tratta di 2.612 milioni di euro, ma questa cifra include il valore totale dei fondi gestiti per l’attuazione della politica estera italiana e della cooperazione internazionale. E’ curioso, comunque, trovare tra gli stanziamenti attribuiti al bilancio MAECI per l’esercizio finanziario 2017 anche il cosiddetto “Fondo Africa” (200 milioni di euro) per iniziative di rilancio del dialogo con i Paesi africani interessati dalle rotte migratorie. E va beh, se può essere utile…
Fatto sta che gli ultimi governi hanno continuato a ridurre le risorse destinate ai capitoli che più da vicino riguardano noi italiani residenti all’estero e l’immagine dell’Italia nel mondo; i quattrini scarseggiano sempre, i Consolati sono sempre sotto organico. I servizi consolari fanno pietà, ai connazionali all’estero chiudiamo le Ambasciate. Nel frattempo diamo 200 milioni al “Fondo Africa” per il “dialogo con i Paesi africani” da cui provengono ogni giorno migliaia di immigrati clandestini. Capite adesso il mio disgusto? Sconcerto e amarezza.
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