Il ministro degli Esteri e della Cooperazione Internazionale Angelino Alfano inizia oggi un tour di capitali europee che tocca Parigi, Londra, Berlino e Madrid e si chiuderà con una tappa a Pristina. La prima missione all’estero di Alfano parte dalla capitale francese dove, oggi, incontra al Quai d’Orsay il ministro degli Affari Esteri Jean-Marc Ayrault, cui seguirà un punto stampa congiunto. Previsto nel pomeriggio, prima della partenza, un breve saluto al primo ministro Bernard Cazeneuve.
Nella tappa a Londra, sempre oggi, Alfano avrà colloqui bilaterali con il Foreign Secretary Boris Johnson, cui seguirà un momento di incontro con la stampa. Nel pomeriggio è previsto anche un breve saluto alla primo ministro britannica Theresa May.
Domani, nella capitale tedesca, Alfano incontrerà il ministro degli Affari Esteri tedesco, Frank-Walter Steinmeier. Presso l’Auswaertiges Amt si terrà, al termine dell’incontro, un punto stampa congiunto dei due ministri. A Berlino Alfano avrà un colloquio anche con il ministro dell’Interno, Thomas de Maizière, per poi salutare, prima di partire alla volta di Madrid, Hans-Gert Poettering, presidente della Fondazione Konrad Adenauer.
Giovedì mattina, presso il Palazzo di Viana, Alfano avrà una bilaterale con il proprio omologo spagnolo Alfonso María Dastis Quecedo, cui seguirà un punto stampa congiunto. La missione si chiuderà in Kosovo con la visita al personale italiano militare di stanza presso il Quartier Generale della Missione Nato Kfor a Pristina e incontri istituzionali.
L’INTERVISTA Con quali idee e iniziative ci prepariamo alla ricorrenza dei 60 anni dei Trattati di Roma, nel marzo prossimo? “L’Europa può essere ancora oggi la soluzione ma deve riprendere a dare lavoro e diritti. Altrimenti non si vincono la diffidenza e lo scetticismo. I padri fondatori promisero e in parte realizzarono pace e prosperità. Se questa promessa viene tradita, non possiamo sorprenderci di quanto succede: alta disoccupazione significa alto populismo. Per rianimare il progetto europeo occorre mantenere la pace e rilanciare la crescita. Poi c’è il tema della difesa, già caro a De Gasperi. Dobbiamo proteggerci meglio e avere accordi di cooperazione militare efficaci, non contrapposti alla Nato ma mirati a rafforzare il sistema complessivo di difesa e sicurezza europeo”. Lo afferma il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in una intervista al Corriere della Sera.
Cosa manca in Libia per fare del governo Serraj il volano della pacificazione? “Una cooperazione efficace fra le istituzioni e la chiarezza sul ruolo del generale Haftar: la comunità internazionale deve esercitare il suo peso senza ambiguità, per avvicinare Est e Ovest del Paese. L’Italia ha un interesse diretto, avendo pagato caro il conto dell’incompiutezza dell’azione internazionale, in termini di centinaia di migliaia di migranti. Per questo dico che la Libia deve rimanere alta nell’agenda globale e che allo stesso tempo bisogna lavorare agli accordi con i Paesi d’origine o di transito dell’Africa sub-sahariana, come il Niger. All’Europa chiederò che su questo fronte della rotta centro-mediterranea ci sia la stessa disponibilità di energie e risorse mostrata nella rotta balcanica”.
Matteo Renzi ha detto che per la legge elettorale bisogna ripartire dal Mattarellum. “Non credo che nell’attuale scenario tripolare il Mattarellum sia la legge che funzioni meglio – commenta il ministro degli Esteri, Angelino Alfano, in una intervista al Corriere della Sera -. Ma noi non ci scansiamo dal tema della governabilità. Se si vuole procedere, si faccia una legge proporzionale, con un premio di maggioranza equilibrato e rispettoso dei canoni di costituzionalità indicati dalla Corte”.
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